Domestici e insospettabili. Un corso per riconoscere cosa danneggia l'equilibrio ormonale

Tre professori, due dipartimenti e un piccolo pesce d’acqua dolce. Sono gli ingredienti che hanno costituito la base per la partenza di un corso gratuito e aperto a tutti che, voluto dall'Europa nell'ambito del progetto Eit Food, parla di sicurezza alimentare in gravidanza e non, con un focus sugli interferenti endocrini e le strategie per evitarli. E se il pubblico verrà arricchito da nuove conoscenze, noi abbiamo imparato a usare strumenti nuovi anche per le nostre lezioni universitarie.

C’era una biologa, un chimico e un biotecnologo… Non è l’inizio di una barzelletta su buffi ricercatori ma l’inizio di progetto che ha portato alla nascita di un corso aperto a tutti per capire la profonda relazione tra cibo e salute. Ma andiamo con ordine...

Mi presento. Sono un biologo dello sviluppo, con interessi nell'ambito delle neuroscienze e delle malattie genetiche e per anni ho lavorato con i pesci-zebra.
Mi piace sapere cosa fanno gli altri, ascoltare, raccontare e se possibile mettere alcune teste a lavorare assieme. Ho così scoperto che nel mio Dipartimento c’è un laboratorio di analisi chimiche molto avanzato diretto dal professor Claudio Medana, che studia le composizioni di aria, acqua e cibi, e che molto sa sulle sostanze a cui siamo esposti quasi tutti i giorni.

Poi ho scoperto che c’è un laboratorio di Scienze Biologiche, diretto dalla professoressa Patrizia Bovolin, che studia come alcune sostanze a cui siamo esposti interferiscono con il nostro delicato sistema endocrino. Ed ecco che vengo a sapere che proprio i pesci-zebra, che alleviamo nel nostro centro e con cui ho lavorato per anni, sono utilissimi per studiare le molecole esogene che ci potrebbero danneggiare. Soprattutto quelle a cui siamo esposti già da bambini e magari anche prima, quando eravamo ancora feti!

Si tratta degli interferenti endocrini. Dal nome sembra qualcosa che possa interessare solo i medici specialisti, e invece ci riguarda tutti perché toccano questioni di salute globale: sono implicati nei disturbi alimentari, nell'alterazione del corretto funzionamento della tiroide, nella riduzione della fertilità, nell'aumento dell'obesità nei bambini, come abbiamo già raccontato qui. Tutte alterazioni del normale stato di salute che possono avere origini molto antiche nella storia personale di ciascuno: oggetti, cibi, bevande e materiali della vita quotidiana contengono sostanze che possono entrare in contatto con il nostro organismo e danneggiare il nostro delicato equilibrio endocrino, fin dalla nostra vita fetale. Per questo è fondamentale conoscere queste sostanze, sperando di ridurle, evitarle e, se possibile, eliminarle.


La nostra collaborazione inizia così, sul piano scientifico, con una indagine sui cannabinoidi, pubblicata poi sulla rivista International Journal of Molecular Sciences. Tra le conseguenze più interessanti di questa collaborazione è l’aver constatato che il modello pesce-zebra si presta bene per studiare effetti di molecole contaminanti, plastificanti, farmaci, sostanze di abuso, microplastiche e altro sui primi stadi dello sviluppo embrionale. A proposito, avete mai visto un pesce-zebra?


E mentre ragioniamo su come sfruttare a livello di ricerca questa nuova consapevolezza ecco che si apre una opportunità di divulgare queste e molte altre conoscenze con il sostegno dell’Unione Europea. Così abbiamo proposto un intero corso on-line, gratuito, su come il cibo e le bevande possano essere un veicolo di sostanze non intenzionalmente presenti, che si sospettano essere interferenti endocrini.

L’Europa ha creduto in noi e attraverso la sponsorizzazione di Eit Food adesso ci rivolgiamo a un pubblico generico, ampio e internazionale. Racconteremo che cosa troviamo in quello che mangiamo e beviamo, il problema degli interferenti endocrini e delle plastiche, chi e come fa i test chimici e biologici, chi crea innovazione nell'ambito dei materiali, chi controlla, quali leggi ci tutelano e - per quello che possiamo prevedere - quale sarà il futuro.
Il corso sarà disponibile dal 9 novembre 2020, intanto volete un piccolo assaggio?

Date un'occhiata al trailer!


Il nostro obiettivo è quello di raggiungere un pubblico non universitario, anche senza conoscenze pregresse su queste tematiche. Sta a noi trovare il giusto equilibrio tra semplificare ma non banalizzare, far apprendere ma senza essere nozionistici, “mostrare” invece di “dire”. Al nostro pubblico diciamo: “ti prendo per mano e ti guido in un percorso, dove anche la tua opinione è utile e interessante”. Una bella sfida!

Non ho dubbi che questa nuova esperienza avrà un effetto benefico anche sul nostro modo di insegnare in Ateneo, dove al nozionismo va sicuramente affiancato qualche ingrediente in più… Interagire con il pubblico influenza il modo di insegnare all'università, non tanto sui contenuti ma sulle modalità: formazione più che trasferimento di conoscenze, competenze oltre alle conoscenze. Fermo restando che alcune nozioni chiave devono entrare a far parte del bagaglio culturale di ogni laureato, si tratta di cambiare prospettiva e concentrarsi sull'accompagnamento in un percorso.

tags


ESPLORA I TEMI


Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di

Giorgio Roberto Merlo
gruppo di lavoro

Patrizia Bovolin
Claudio Medana
dipartimento / struttura

rivolto a

TIPO DI ATTIVITÀ

Pubblicato il

09 settembre 2020

condividi

LE MIE STORIE DI RICERCA