Acqua che squilli, acqua che brilli. Giocare con la poesia per arricchire il lessico

Giochi di parole, non univocità di interpretazione, polivalenza delle parole, ricchezza lessicale che tocca le emozioni, ma anche il ritmo e la fonetica delle parole: sono elementi tipici della poesia che hanno le potenzialità di migliorare la competenza lessicale fin dalla scuola primaria. È questo l’obiettivo che ci siamo poste in un nostro recente progetto che ha coinvolto circa 2800 allievi e 200 docenti.

Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro.

Versicoli quasi ecologici, Giorgio Caproni, 2001, p. 788.

Foto: Josh Applegate / Unsplash

Il «lamantino», il «galagone», il «profitto vile», il «cavaliere del lavoro» sono termini ed espressioni poco conosciute ma non letterarie, che le bambine e i bambini possono imparare più facilmente facendo propria questa più che condivisibile difesa dell’ambiente.
E se ci pensiamo le parole non sono neutre: conoscerle, saperle scegliere e adoperare nei contesti appropriati è parte della competenza lessicale. Non si tratta soltanto del gusto di evitare le ripetizioni di uno stesso vocabolo: la scelta delle parole contribuisce a connotare una varietà di lingua e a dare prova delle capacità di passare da una varietà all’altra in modi consapevoli. Questa possibilità di selezione lessicale implica l’adozione di una visione della lingua italiana sensibile in modo percettibile al variare degli elementi della comunicazione: a chi si parla, dove ci si trova, che genere di testo si sta producendo, qual è lo scopo del comunicare.

Stiamo assistendo a un progressivo impoverimento del lessico da parte di alunne e alunni e questo ha delle ricadute forti anche per la comprensione dei testi scritti. Il Rapporto Eurydice (2011) sostiene che l’ampiezza lessicale è predittiva del successo scolastico. Diventa quindi rilevante aiutare le bambine e i bambini a crescere nella comprensione e nell’uso della parola per migliorare sia le prestazioni scolastiche sia il loro futuro di cittadini.

È l’obiettivo che ci siamo posti come gruppo di ricerca attraverso un progetto finanziato dalla Fondazione CRT del Piemonte e Valle d’Aosta, all’interno del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria.
Ideato e presentato da Erminia Ardissino, docente di Letteratura Italiana, il progetto attivato nell’anno 2018/2019 in 33 plessi della Provincia di Torino e Vercelli, ha coinvolto circa 2800 allieve e allievi dalla 1° alla 5° classe e 200 docenti. Abbiamo individuato scuole con caratteristiche socioculturali ed economiche molto varie per coinvolgere il più possibile gli studenti con storie sociolinguistiche diverse. La scelta è caduta su quartieri della città e paesi connotati da caratteristiche diverse per ottenere un campione esaustivo nella ricerca-azione: quartieri con famiglie con scolarità alta e condizioni socio-economiche buone e quartieri con una forte presenza di famiglie immigrate in cerca di una nuova sistemazione.

Alcuni esercizi realizzati dai bambini
“Non esiste una poesia per avvocati o per maestri o per vigili notturni”, sostiene Gianni Rodari. La poesia esiste autonomamente, a prescindere dal destinatario e fa parte del vocabolario fin dalla prima infanzia: per bambine e bambini un insieme di parole che ha una musicalità, spesso rappresentata dalla rima, è una poesia.

A partire da novembre 2018 ho personalmente tenuto in ogni scuola cinque seminari, rivolti ai docenti, per riflettere sull’uso del testo poetico e sulle tecniche e strategie per l’apprendimento e il miglioramento lessicale. Il 6 dicembre 2018, per dare avvio al progetto, si è tenuto un convegno dal titolo “Arricchimento del lessico con la poesia”, a cui hanno partecipato studiosi di letteratura e linguisti. In questa occasione, oltre al progetto, abbiamo presentato anche le tre antologie curate da Erminia Ardissino, con testi poetici di autori del Novecento pensate per compensare la lacuna presente nei testi scolastici italiani dove la poesia ricopre un ruolo marginale, e le poesie riportate non rappresentano adeguatamente la grande tradizione letteraria italiana.

Alcuni esercizi realizzati dai bambini
Particolare attenzione è stata rivolta all’approccio didattico per favorire i docenti nella sperimentazione in aula di quanto discusso e appreso nei seminari cercando di trovare un equilibrio tra teoria e pratica. La “poeticità” non deve essere infatti presentata come ostacolo alla comprensione, ma deve fornire lo stimolo per un’attività didattica focalizzata sul lessico. L’insegnante può cercare di coinvolgere le alunne e gli alunni attivamente in questo processo, offrendo strumenti per metterle/i in grado di imparare in autonomia. Occorre tener presente poi che il lessico si apprende in modo più efficace in rapporto a una situazione specifica che coinvolge aspetti emotivi e va insegnato in modo contestualizzato, facendo anche attività con obiettivi extralinguistici.


Alcuni esercizi realizzati dai bambini

Per ogni classe abbiamo inoltre predisposto un test per verificare la competenza lessicale che ha suscitato coinvolgimento e interesse da parte dei docenti dando risultati positivi sul piano sia teorico sia applicativo. Analizzando i risultati delle cinque classi si rileva una progressione costante nelle strategie definitorie: si passa dal disegno alla fraseologia con enfasi sull’esperienza personale e ai primi tentativi di definizione utilizzando strategie che attraversano la sinonimia, l’iponimia, l’antonimia e arrivano alla definizione vera e propria.

La ricerca, durata un anno scolastico, è stata descritta e documentata in Arricchire il lessico attraverso la poesia - 25 proposte didattiche per la scuola primaria, pubblicato da Erickson, Trento.

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Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di

Franca Bosc
gruppo di lavoro

Erminia Ardissino
dipartimento / struttura

rivolto a

TIPO DI ATTIVITÀ

Pubblicato il

18 gennaio 2022

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