Le cliniche legali di UniTo: il diritto al servizio dei più deboli

Dalle vittime di tratta ai detenuti, dalle famiglie in difficoltà ai rifugiati richiedenti asilo, fino al mondo della disabilità: il programma clinico del Dipartimento di Giurisprudenza di UniTo opera sul territorio realizzando interventi a sostegno di soggetti deboli o vulnerabili, per rispondere alle istanze di giustizia sociale della comunità e promuovere in studenti e studentesse senso di responsabilità e pensiero critico.

La “Clinical legal education” è un programma di formazione del nostro Dipartimento che da diversi anni propone una modalità innovativa di fare didattica, ricerca e public engagement. Attraverso le cliniche, gli studenti e i docenti dell’Università dialogano e cooperano con i professionisti, le istituzioni e gli enti del territorio per produrre beni pubblici di natura sociale, concorrendo allo sviluppo di una società solidale, inclusiva e consapevole, capace di garantire a tutte e tutti un effettivo accesso alla giustizia.

Innovazione sociale: una crescita per tutti
Le cliniche sono importantissimi momenti di crescita per studentesse e studenti, che hanno l’opportunità di confrontarsi con casi e persone reali andando “oltre le carte”, ma aiutano anche i partner esterni a svolgere le loro attività istituzionali in quei contesti dove il loro ruolo è più difficile, ad esempio nei casi di interventi particolarmente complessi o quando mancano le risorse professionali o economiche per dedicarsi ai più deboli.
Il nostro programma si articola in sei cliniche (“Famiglie, minori e diritto”, “Human rights and migration law”, “Carcere e diritti I”, “Carcere e diritti II”, “Disabilità e vulnerabilità”, “Strategic Litigation”) che ogni anno coinvolgono più di 100 studenti e vanta un’ampia rete di collaborazione tra università e professionisti, istituzioni ed enti del terzo settore impegnati nella promozione della giustizia sociale (sono oltre 40 gli enti del territorio coinvolti). Le attività permettono ai beneficiari di rendere effettivo l’esercizio dei loro diritti, altrimenti sacrificati, e sono il motore per concrete azioni di policy o per la creazione di strutture e servizi a beneficio della collettività: ne è un esempio il portale liberante.it, attualmente curato dalla Garante dei detenuti di Torino.

Le cliniche
Dai minori, lo sguardo si amplia ai migranti in generale e ai rifugiati richiedenti asilo con la “Human rights and migration Law Clinic”, che da un lato tutela i loro diritti e li aiuta nella gestione delle pratiche di riconoscimento del proprio status e, dall’altro, supporta le Caritas locali sui temi dello sfruttamento lavorativo dei migranti. Il lavoro delle cliniche in questo ambito - in particolare con la collaborazione della Clinica “Strategic Litigation” - ha anche reso possibile interventi a tutela di migranti e rifugiati di fronte alle autorità giurisdizionali internazionali competenti, come il Comitato ONU e la Corte Europea.
Ai diritti dei detenuti e dei trattenuti, ma anche delle persone senza fissa dimora e delle vittime di tratta e di violenza si dedicano le cliniche “Carcere e diritti I” (di cui ci ha parlato qui Cecilia Blengino, NdR), e “Carcere e diritti II”. In questo caso i Garanti comunali vengono supportati nelle loro attività, ad esempio mettendo a disposizione  un kit contenente strumenti per l’orientamento dei detenuti in uscita dal carcere, per agevolarne il reinserimento nella comunità, e una Guida ai diritti dei detenuti distribuita presso tutte le carceri del Piemonte. La clinica I supporta inoltre la Rete Regionale Anello Forte, che riunisce gli enti anti-tratta operanti sul territorio piemontese e che a oggi conta oltre 50 beneficiarie, mentre la clinica II ha preparato per i trattenuti nei Centri per il rimpatrio una brochure informativa sulla regolarizzazione dei migranti per informarli sui loro diritti.
La clinica “Disabilità” collabora con il Disability Manager del Comune di Torino, l’Ufficio Pari Opportunità del Piemonte e il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, nonché con enti e associazioni senza fini di lucro, supportandoli nell’istruzione di cause che coinvolgono persone con disabilità per la tutela dei loro diritti. L’attività svolta negli anni ha inoltre consentito l’avvio e il successo di iniziative di vita indipendente.

Oltre i vantaggi sociali, quelli economici e di formazione
Le attività cliniche hanno svolto interventi che avrebbero comportato costi e investimenti di risorse per gli enti pubblici e le associazioni spesso non altrimenti sostenibili. Dal canto suo il Dipartimento, grazie a progetti di ricerca e terza missione presentati, ha ottenuto importanti finanziamenti per lo svolgimento di queste attività.
Le cliniche sono inserite nel percorso formativo della Laurea Magistrale in Giurisprudenza, con attribuzione specifica di CFU autonomi, ma sono aperte alla partecipazione di studenti anche di altri Dipartimenti (in particolare Psicologia e Culture, Politica e Società) riconoscendosi la necessità e l’importanza di un approccio multidisciplinare alle sfide sociali. Il progetto dimostra di avere un riscontro positivo tra gli studenti: sono oltre 400 quelli che hanno partecipato in questi anni e che hanno espresso, tramite questionari di valutazione, indici di soddisfazione particolarmente elevati (più del 90%). Molti di loro, finito il percorso clinico, scelgono di consolidare la formazione iniziata con master e corsi di perfezionamento pertinenti, tirocini, servizio civile o volontariato presso enti partner. Alcuni di loro hanno anche trovato impiego presso cooperative e ONG del settore o in studi legali che collaborano con il progetto.

Gruppo di lavoro: Laura Scomparin (per la clinica legale “Carcere e diritti II”); Cecilia Blengino (per la clinica legale “Carcere e diritti I”); Manuela Consito (per la clinica legale “Human Rights and Migration Law Clinic”); Joelle Long (per la clinica legale “Famiglie, minori e diritto”); Davide Petrini con Paolo Heritier (per la clinica legale “Disabilità”); Andrea Spagnolo (per la clinica legale "Strategic Litigation: International Human Rights Legal Clinic").

Per approfondire sfoglia la presentazione completa del progetto



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un racconto di

Laura Scomparin
gruppo di lavoro

Cecilia Piera Blengino
Manuela Consito
Joelle Long
Davide Petrini
Andrea Spagnolo
Barbara Giors
dipartimento / struttura

rivolto a

TIPO DI ATTIVITÀ

Pubblicato il

18 maggio 2021

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