Dall’Università al tribunale: tutelare i diritti con le “cliniche legali”. Il caso ILVA

Il programma di cliniche legali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino ha partecipato al procedimento instaurato davanti alla Corte europea dei diritti umani dalle vittime dell’attività inquinante dell’ILVA di Taranto. L’intervento è stato preparato da un gruppo di studentesse, coordinate dai docenti del Dipartimento.

Il programma di cliniche legali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino ha partecipato, in qualità di “terzo interveniente”, al procedimento instaurato davanti alla Corte europea dei diritti umani (CEDU) dalle vittime dell’attività inquinante dell’ILVA di Taranto che ha portato alla condanna dello Stato italiano per non aver adottato le misure legislative necessarie a preservare la salute e l'ambiente dei ricorrenti, e per non aver fornito loro sufficienti informazioni sull’inquinamento causato dall’ILVA e sui correlati rischi per la salute.


La sede a Strasburgo della Corte Europea dei Diritti Umani (CEDU)

“Intervenire in un processo” significa presentare ai giudici elementi utili per decidere una controversia. Nel caso degli “interventi di terzo” dinanzi alla CEDU, tale attività si concretizza nella presentazione di osservazioni, studi o rapporti sui temi oggetto di un ricorso.
Ciò è quanto è stato fatto da un gruppo di studentesse - ora dottoresse - del Dipartimento: Michela Bramardi, Camilla Romeo, Andrea Valentina Salamino e Sara Vetulli (in foto); coordinate dai professori Andrea Spagnolo e Francesco Costamagna e dalla professoressa Laura Scomparin.


Le studentesse UniTO delle Cliniche Legali intervenute nel processo

Il gruppo di lavoro ha ottenuto dalla CEDU l’autorizzazione a presentare uno studio sui vari decreti “salva ILVA” che hanno, nel corso del tempo, permesso alla Società di continuare a svolgere la propria attività industriale. Lo studio è stato il risultato di un intenso lavoro di ricerca sulla legislazione italiana, analizzata in una prospettiva critica, cioè valutando da un lato se i vari decreti contenessero idonee regole sulla salvaguardia dell’ambiente; dall’altro quali potessero essere le possibili implicazioni nella prospettiva della tutela dei diritti prevista dalla Convenzione europea dei diritti umani.


ILVA, Taranto

Il lavoro di ricerca della clinica ha mostrato alla CEDU che la complessa giungla normativa italiana non conteneva sufficienti garanzie a tutela della salute dei tarantini e che agli individui interessati fosse precluso l’accesso a un giudice per far valere i propri diritti. L’intervento della clinica è stato così citato dalla Corte nella sentenza di condanna pubblicata il 24 gennaio 2019, a sostegno delle sue argomentazioni.

L’attività si inquadra nel programma di cliniche legali del Dipartimento, che da diversi anni offre a studenti e docenti una modalità innovativa di fare attività di ricerca e didattica. Seguendo lo svolgimento di casi reali dinanzi a tribunali nazionali e internazionali, oppure predisponendo rapporti e studi su problemi attuali di rilevanza sociale, le studentesse e gli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza, coordinati dai docenti responsabili, applicano in modo critico e strategico le nozioni apprese durante le lezioni. Le cliniche legali avviate e coordinate dai docenti del Dipartimento, in particolare, hanno a oggetto la tutela dei diritti: migranti, minori, vittime di tratta, detenuti, disabili; le cliniche contribuiscono in modo rilevante alla realizzazione di una giustizia sociale.

La presentazione di un intervento di terzo dinanzi alla CEDU rappresenta, a oggi, una importante evoluzione delle modalità di svolgimento delle cliniche a livello universitario. In particolare, la partecipazione al procedimento nel “caso ILVA” ha permesso alle studentesse e ai docenti coinvolti di valorizzare sia l’attività di docenza, sia l’attività di ricerca, nella prospettiva della tutela dei diritti fondamentali degli individui.

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un racconto di

Andrea Spagnolo

Francesco Costamagna

Laura Scomparin
dipartimento / struttura

rivolto a

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Pubblicato il

11 luglio 2019

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