I dati e i numeri, nella ricerca biomedica e epidemiologica, nella pratica clinica e nella sanità pubblica, hanno un ruolo sempre più importante. Possono aiutare a capire se uno studio fornisce risultati a favore di un trattamento, indicare strategie di prevenzione o prevedere la sopravvivenza, valutare l’impatto di una politica o orientarsi di fronte a molte informazioni, come nella genomica. Occorre però saperli interpretare rigorosamente! La biostatistica descrive in sintesi, da un punto di vista quantitativo, ampi insiemi di dati clinici o epidemiologici per derivarne modelli interpretativi per la popolazione da cui sono ricavati. Proprio così alcuni grandi studi hanno fornito un quadro dettagliato dell'andamento di varie patologie e del ruolo di fattori ambientali e abitudini di vita nella loro insorgenza. La collaborazione tra esperti biomedici e statistici consente di impiegare metodologie scientifiche anche molto recenti per individuare le caratteristiche essenziali di ogni problema e fornire il contesto matematico appropriato per generalizzare i risultati specifici. Insomma, i biostatistici utilizzano la matematica per far progredire la scienza e gettare un ponte tra la teoria e la pratica. Il progetto è per sua natura interdisciplinare e coinvolge, oltre ai ricercatori citati e ai Dipartimenti di Matematica e di Scienze Cliniche e Biologiche, il CPO Piemonte (dr.ssa Sacerdote) e il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL TO 3 (dr. d'Errico e dr.ssa Sciannameo).