Di uno scrittore spesso conosciamo la produzione maggiore, di cui è facile trovare copia nelle librerie o stralci nelle antologie per le scuole: a tutti è nota, per esempio, la figura della Signorina Felicita, a cui Guido Gozzano (1883-1916) dedica un poemetto. È certamente meno noto che dietro la Signorina Felicita ci sono le signorine Fea, “tre adorabili creature” che gestivano l’alberghetto di Savigliano, città nella quale il poeta si era trasferito per frequentare l’ultimo anno del liceo classico. Gozzano confessa, nel carteggio con l'amico Ettore Colla, “piccantissime avventure, specialmente notturne”, e “gozzoviglie” gastronomiche.
Attraverso lettere, carte private, disegni, annotazioni sui libri posseduti, oggetti e arredi, è possibile ricostruire e restituire al lettore la personalità dello scrittore e comprendere più a fondo l’ispirazione da cui sono nate le sue opere. È questo lo scopo dell’attività di recupero e valorizzazione del patrimonio storico-letterario della cultura piemontese svolta dal Centro intitolato a Guido Gozzano e a Cesare Pavese.
Nato nel 1967 ad opera di Giovanni Getto, in seguito alla donazione del fratello di Gozzano, Renato, di carte, libri, mobili e quadri, il Centro si propone di ricercare nuovi fondi, documenti rari, manoscritti, acquisendoli attraverso donazioni di eredi o, se possibile, mediante l’acquisto sul mercato antiquario, e di valorizzarli attraverso catalogazione e la pubblicazione di edizioni filologicamente accreditate.