Quale è il futuro dell’Europa alla luce delle nuove sfide e degli scenari di crisi? Come si recuperano le prospettive storiche e come le si integrano nelle nuove visioni? La crisi dell’Europa può essere un’opportunità per rifondare il patto d’integrazione? L’euroscetticismo sta decretando la fine del progetto europeo o sta dando nuova linfa al dibattito sulla rifondazione del progetto stesso? Come si coniugano le tradizioni di studio e di ricerca con la costruzione di una nuova narrazione più inclusiva e appealing per i cittadini europei? Lo spazio europeo può ancora essere una risposta alle sfide della globalizzazione?
A partire da questi interrogativi il Dipartimento mette in campo diverse tradizioni di studi europei in un insieme di saperi interdisciplinari che hanno sede nel Dipartimento stesso. Vi sono studi storici, che vantano una continuità di ricerca, studi internazionali che pongono l’Unione Europea all’interno di prospettive legate alla globalizzazione, studi politologici che ragionano sui concetti costituivi del processo democratico europeo. A essi si aggiungono studi di comunicazione e di analisi del linguaggio pubblico e istituzionale e di discorsi sull’innovazione sociale. Senza trascurare gli approcci culturali e valoriali che si occupano di sistemi di welfare, di immigrazione e di fenomeni religiosi, cruciali all’interno della dimensione europea e prospettive che si occupano di riflettere su ambienti e territori che delineano una nuova geografia europea.
La crisi dell’Europa e del processo di integrazione vengono troppo spesso spiegati attraverso semplificazioni o rimozioni che aumentano nei cittadini la percezione di distanza e disinteresse. Accanto a strumenti di informazione e di conoscenza spesso inadeguati, si aggiunge un discorso politico nazionale che usa spesso strumentalmente l’Europa a fini interni. L’impegno della ricerca e dello studio deve andare invece nel senso di produrre saperi esperti che sappiano educare alla cittadinanza europea rendendo i cittadini più attenti e consapevoli.