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Genetica e Genomica

Un nuovo marcatore per identificare e colpire i linfomi a cellule T

La ricerca ha portato a identificare un marcatore per la diagnosi di un sottogruppo molto aggressivo di linfomi. Questa molecola, che è presente solo nelle cellule del tumore, può diventare bersaglio di nuove e migliori terapie farmacologiche

Il Linfoma Anaplastico a grandi cellule (ALCL) è un particolare tipo di Linfoma che comporta una crescita incontrollata dei linfociti T. Si tratta di una malattia eterogenea dal punto di vista clinico e biologico che comprende due entità distinte in base alla presenza di traslocazioni che coinvolgono il gene ALK. I linfomi ALK positivi, che cioè contengono il gene ALK, sono facilmente diagnosticabili mediante analisi dell’espressione della proteina ALK e la loro terapia prevede l’uso di inibitori farmacologici specifici per questa proteina. Non esistono invece né marcatori utili a riconoscere in maniera inequivocabile gli ALCL ALK negativi, né terapie specifiche. Per scoprire geni potenzialmente legati allo sviluppo di questo secondo tipo di tumore, abbiamo analizzato, nel corso di questo progetto, tutti i geni espressi da 300 casi di pazienti affetti da diverse tipologie di Linfoma a cellule T; attraverso l’uso di specifici algoritmi si è giunti all’identificazione di un gruppo di geni che normalmente non sono espressi dalle cellule T non tumorali, e che quindi rappresentano una caratteristica esclusiva” di alcuni sottogruppi di questi tumori. In particolare, abbiamo identificato forme aberranti del gene ERBB4 espresse nei tumori ALC ALK negativi. Si tratta di due varianti del gene stesso caratterizzate una sequenza più corta rispetto al gene “normale”, riscontrate nel 25% dei pazienti affetti da ALCL ALK negativo. La ricerca ha inoltre dimostrato che l’espressione di queste varianti anomale del gene ERBB4 è in grado di conferire alle cellule normali caratteristiche tumorali che le portano a proliferare in modo incontrollato e a essere più invasive. Infine, lo studio ha verificato che queste forme tronche di ERBB4 possono essere il bersaglio di terapie farmacologiche specifiche, dato che sono espresse unicamente dalle cellule tumorali e sono responsabili delle caratteristiche di malignità del tumore. Abbiamo quindi dimostrato che l’inibizione di questi bersagli, tramite farmaci mirati e specifici, può portare a rallentare la progressione della malattia.
In conclusione, i risultati di questa ricerca permetteranno di diagnosticare con maggiore precisione i linfomi periferici a cellule T e forniranno nuove opportunità terapeutiche per uno specifico sottogruppo di pazienti, rendendo le terapie sempre meno aggressive ma più specifiche ed efficaci.

un racconto di
Roberto Piva
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

24 marzo 2017

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