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Ecosistemi, Biodiversità e Comportamento animale

Approcci innovativi per la caratterizzazione della filiera avicola

Il progetto ha voluto caratterizzare due razze avicole locali, la Bionda Piemontese e la Bianca di Saluzzo. I dati raccolti rivelano una realtà di nicchia vivace e produttiva, rappresentando un esempio unico in Italia di filiera organizzata che utilizza razze locali

In passato sul territorio italiano erano presenti più di 50 razze di pollo a diffusione locale. Oggi la maggior parte di queste sono in via di estinzione. In Piemonte le razze tradizionali di polli allevate erano due: la Bionda Piemontese e la Bianca di Saluzzo. Negli anni ’60, tuttavia, queste razze sono state sostituite dall’allevamento intensivo di ibridi commerciali. Il loro recupero è iniziato con la proposta di Slow Food di istituire un presidio e, grazie a questo intervento, oggi la richiesta di queste carni di pollame supera la produzione. Il nostro progetto ha voluto integrare le iniziative di valorizzazione già intraprese, contribuendo alla caratterizzazione, conservazione e valorizzazione di queste razze locali e dei loro prodotti. Per quanto riguarda l’aspetto zootecnico, l’intervento è stato mirato alla definizione di alcune caratteristiche produttive, alla valutazione dei parametri di benessere animale e delle caratteristiche compositive della carne.

In prima battuta abbiamo condotto un censimento delle aziende, dei capi allevati, delle tipologie di allevamento e delle diete somministrate. Dai dati rilevati è emersa una forte disomogeneità nelle pratiche di allevamento. In un secondo momento abbiamo effettuato dei prelievi di sangue dagli animali censiti per valutare alcuni parametri ematici indicatori dello stato di salute e del benessere dell’animale. Dai risultati è emersa una maggiore suscettibilità allo stress da parte della gallina Bianca di Saluzzo in accordo con quanto riportato dalle osservazioni empiriche degli allevatori che definiscono questa razza più nevrile rispetto alla Bionda Piemontese. Il resto dei parametri considerati non ha rivelato differenze tra le razze. Per quanto riguarda la produzione della carne, gli aspetti qualitativi considerati hanno rivelato buone rese di macellazione e ottime proprietà nutrizionali. Inoltre, da un punto di vista genetico, abbiamo studiato le caratteristiche delle due razze piemontesi confrontandole con alcune linee commerciali presenti sul territorio nazionale. L'elevata variabilità genetica delle due razze avicole ha permesso di identificare diversi marcatori molecolari potenzialmente utili per la loro differenziazione dalle linee commerciali. Da un punto di vista pratico, i marcatori potranno essere impiegati in futuro per lo sviluppo di test biomolecolari rapidi da utilizzare nell'ambito della rintracciabilità delle due razze avicole.

In conclusione, emerge una realtà di nicchia vivace e produttiva, che rappresenta un esempio unico in Italia di filiera organizzata che fa uso di razze locali. Tale situazione dovrebbe incoraggiare programmi di conservazione e miglioramento genetico delle razze autoctone per la salvaguardia della biodiversità e per limitare i problemi legati all'incremento della consanguineità.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Alessandra Dalmasso
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

10 gennaio 2017

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