Brand
Epidemiologia, Terapie e Politiche sanitarie

Non è sempre sano quel che germoglia! Gli effetti della soia sul nostro sistema endocrino

Foto: Polina Tankilevitch / Pexels

A causa di intolleranze o per motivi culturali, spesso supportati da un marketing mirato, negli ultimi anni si sono maggiormente diffusi alimenti a base di soia. Se questo comporta scompensi ambientali per via dei disboscamenti necessari per la sua coltivazione, è da capire se questo alimento, ricco di un interferente endocrino chiamato Genisteina, sia davvero salutare. Se infatti nelle donne in menopausa sembra avere un effetto positivo, in altre fasi della vita umana, come la gravidanza, l’infanzia o l’adolescenza, un’alimentazione ricca di soia sembra avere gravi ripercussioni sulla salute.

Siamo circondati, sono dappertutto!
Banale citazione ma assoluta realtà. La nostra quotidianità è immersa in un cocktail di sostanze chimiche di diversa natura, prevalentemente sintetica, classificate come interferenti endocrini (IE). Le plastiche per alimenti, le lattine, le apparecchiature mediche, gli scontrini, i giocattoli, gli insetticidi, i detersivi e i cosmetici, sono tutti oggetti di uso quotidiano ricchi di IE. Queste sostanze hanno una struttura molecolare così simile a quella degli ormoni tanto da legarsi ai loro recettori e alterare le risposte ormonali correlate ad assi fisiologici fondamentali per la nostra sopravvivenza, come il metabolismo, il controllo alimentare e la riproduzione, dando, in quest’ultimo caso, disturbi della differenziazione sessuale, malformazioni dei genitali, alterazioni della fertilità e/o della pubertà.

Anche molecole di origine naturale possono comportarsi da IE, come per esempio i fitoestrogeni. Nelle piante essi hanno un compito importantissimo di difesa dagli attacchi di agenti patogeni, ma quale può essere il loro ruolo negli animali e, in particolare, nell’essere umano? Per cercare di dare una risposta noi ci concentriamo in particolare sulla Genisteina (GEN), particolarmente abbondante nelle leguminose e principalmente nella soia.
In effetti, nell’ultimo decennio c’è stato un incremento notevole dell’utilizzo della soia, coltivata in maniera intensiva in Cina, in Giappone, negli USA, in Malesia, senza considerare i tantissimi ettari di Amazzonia che annualmente sono deforestati per la sua coltivazione. I semi di soia sono impiegati principalmente per la farina ad alto contenuto proteico, usata come additivo proteico nei mangimi per gli allevamenti, per l’olio commestibile e per la produzione di latte di soia.
Quale effetto può dunque avere tutta questa genisteina sul nostro organismo? Mentre sembra essere un toccasana per il ristabilimento dei livelli ormonali nelle donne in menopausa, in altre fasi della nostra vita, come quella gestazionale, postnatale o adolescenziale, in cui gli equilibri ormonali sono delicati, i fitoestrogeni e la genisteina in particolare sembrano avere un effetto fortemente dannoso.

Milioni di bambini al mondo in età pediatrica, a causa di intolleranze o per motivi culturali, vengono nutriti con latte di soia. Data questa grande diffusione dell’uso di latte di soia nell’alimentazione neonatale umana e della soia come additivo alimentare per i mangimi animali, come ricercatrici e ricercatori ci siamo interrogati su quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine della GEN assunta nel periodo postnatale. I nostri primi studi hanno evidenziato che nei topi, divenuti ormai adulti, l’esposizione prenatale (attraverso il trattamento delle madri con la GEN) o postnatale (attraverso la somministrazione ai neonati di GEN, in dosi comparabili a quelle presenti nel latte di soia) induce alterazioni sia del comportamento ansioso sia dei circuiti nervosi che governano proprio l’ansia.
Successivamente, utilizzando sempre il trattamento postnatale abbiamo rivelato forti effetti a livello periferico e centrale in altri comportamenti e sistemi neurali indispensabili per la sopravvivenza: la riproduzione e il metabolismo. L’aspetto più interessante è che tutte queste alterazioni sono diverse nei maschi e nelle femmine: mentre nei topi maschi vi è una forte riduzione del testosterone e della dimensione delle gonadi, e un incremento dello stato ansioso, le femmine presentano anticipazione della pubertà, problematiche nella fertilità, e anche un significativo incremento del peso corporeo in età adulta.

A causa dell’intolleranza al lattosio, molti bambini europei e statunitensi sono alimentati con latte di soia, e per tale motivo possono essere predisposti all’obesità e all’infertilità, due importanti patologie della società contemporanea. Il nostro Ministero della Salute ha fissato una dose limite per l’assunzione di fitoestrogeni come integratori alimentari (GU 12.08.2002, 188) ma non è ancora stato valutato l’effetto di tale dose in età neonatale e pediatrica.
La diffusione dei nostri dati potrebbe di sicuro dare più consapevolezza alla comunità su ciò che mangiamo: un’adeguata educazione alimentare inizia da una corretta informazione.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Marilena Marraudino
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

07 dicembre 2020

condividi

potrebbero interessarti anche