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Culture, Produzione culturale e artistica, Filosofia

Un giorno indimenticabile al museo. Missione impossibile?

Foto: Giu Vicente / Unsplash

Mi si spezza il cuore ogni volta che qualcuno dice che i musei sono noiosi, perché penso che le mostre possano essere un potente punto di incontro di beni culturali, tecnologia e design. Formata come designer e specializzata in curatele ed esposizioni, sono poi diventata ricercatrice in informatica. Questa è la storia della mia ricerca interdisciplinare - nell'ambito del progetto Tech4Culture* - su un database usato come piattaforma collaborativa online dedicata al patrimonio culturale, con la speranza di creare esperienze indimenticabili (ma anche significative) attraverso le mostre.

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Le tecnologie digitali permettono di realizzare applicazioni potenti e avvincenti, per interagire con ambienti virtuali. Anche se lo sviluppo del digitale è per lo più noto per la sua applicazione in altri campi, oggi abbiamo una vasta gamma di tecnologie che potrebbero migliorare la fruizione del patrimonio culturale, ma che sono raramente utilizzate. Allo stesso tempo molti degli oggetti del patrimonio culturale restano nascosti nei depositi dei musei, perché non c’è abbastanza spazio per esporli tutti. Nel frattempo, tra i molti modi per coinvolgere il pubblico attraverso strumenti interpretativi come pannelli e audioguide, le tecnologie digitali di solito vengono prese in considerazione solo alla fine del processo di cura di una mostra. Come risultato, negli anni è diventato normale immaginare i musei come luoghi sterili che mostrano oggetti limitati in spazi limitati, di solito indicati come "white cube".

Essendo una designer specializzata nella cura dei musei e delle mostre, ho deciso di affrontare questo problema nell'unico modo che conosco: come una design challenge. Cosa succederebbe se usassimo le tecnologie digitali per sfumare il confine tra reale e virtuale e arricchire così l'esperienza di visita delle mostre? Ho deciso di condurre esperimenti attraverso il design, la curatela e le tecnologie per trovare un modo di costruire infrastrutture digitali per un'esperienza di impatto sui visitatori, rendendo le collezioni e le mostre ancora più interattive e informative.

Per esempio, in archeologia, la maggior parte delle attività di ricerca non sono reversibili, come per esempio il processo di scavo. Quando un sito archeologico viene scavato non si può tornare indietro. Ma si possono usare le tecnologie digitali per simulare virtualmente uno scavo e creare una piattaforma online dove diversi scienziati e scienziate possano collaborare da luoghi diversi condividendo gli stessi dati archeologici.

Ma come? Finora avevo fatto pratica di progettazione e curatela solo nel "mondo reale". La prima cosa che ho imparato sul "mondo digitale" è che se voglio archiviare gli oggetti o le mostre, devo prima creare i loro gemelli digitali. E poi posso usare questi gemelli digitali (digital twin) per creare un ambiente collaborativo online su larga scala che permette di condurre esperimenti e raccogliere testi, immagini, oggetti digitali collegati fra loro, attraverso la curatela, le analisi, le correlazioni, la conservazione. Non è un compito da poco: come spesso succede nel design, non c'è "una soluzione facile" a questo problema. Ma per fortuna faccio parte di un programma interdisciplinare, e ascoltando le sfide delle colleghe e dei colleghi, ho imparato le basi di diverse discipline. Eppure, alla fine, mi sono ritrovata ancora più confusa. Così, ho deciso di guardare indietro verso ciò che già conoscevo. Et voilà!

Ho scoperto che c'è una nicchia chiamata digital curation in cui posso combinare tutta la mia esperienza e conoscenza. La digital curation è una pratica abbastanza nuova che si occupa del processo di creazione e gestione degli oggetti digitali (non solo i gemelli) durante il loro intero ciclo di vita, lavorando sulla relazione tra gli oggetti del patrimonio culturale e le loro controparti digitali. Fornisce un enorme vantaggio per superare le attuali sfide di ricostruzione, visualizzazione, analisi e gestione dei dati archeologici, così come della loro diffusione. E aiuta anche ad aumentare la collaborazione tra progetti di ricerca multinazionali e multidisciplinari, fra piattaforme online e repository per la raccolta, la condivisione e la conservazione.

Un esempio perfetto è uno dei nostri ultimi progetti “EU-RISE, Beyond Archaeology” (BeArcheo), che prevede gli scavi di siti archeologici e tombe monumentali del Kofun (sito di sepoltura) Tobiotsuka nella Prefettura di Okayama, in Giappone. Il mio team di ricerca è responsabile della creazione di un database centralizzato, accessibile attraverso una piattaforma online, dove mettere insieme i dati archeologici e le analisi archeometriche del sito e dei materiali di scavo. Inoltre ci occuperemo della diffusione dei risultati attraverso una mostra, che verrà progettata come un come un playground interattivo che combina tecniche di narrazione digitale con relazioni semantiche. Interfacce utente avanzate attingeranno al database centralizzato e, facendo luce su tutti gli aspetti delle attività archeologiche, dallo scavo alla mostra, arricchiranno l’esperienza dei visitatori.

In modo simile a quanto vogliamo fare con la piattaforma pubblica di BeArcheo, durante l'epidemia di Covid-19, la maggior parte delle istituzioni culturali ha iniziato a vedere il potenziale degli strumenti digitali per pubblicare online le proprie mostre e rendere i propri contenuti disponibili in digitale per i visitatori. Oggi stiamo vivendo in un "mondo nuovo" di sfide e opportunità e, secondo me, sono necessarie sperimentazioni coraggiose. Credo fermamente che ci siano nuovi modi per rendere le mostre piacevoli, senza rinunciare a narrazioni educative ed esperienziali. Quindi spero che la mia ricerca aiuti a creare un significativo coinvolgimento digitale del pubblico e ad approfondire la comprensione della complessità degli oggetti del patrimonio culturale. E sì, a creare esperienze espositive indimenticabili!

*Il progetto T4C (Technologies for Cultural Heritage) è finanziato dal programma Horizon 2020 per la Ricerca e Innovazione dell'Unione Europea, in accordo con il Marie Skłodowska-Curie grant agreement N. 754511


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Tugce Karatas
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

01 marzo 2021

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