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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

Obiettivo #4: Istruzione di qualità, equa e inclusiva

Un’istruzione di qualità offerta in modo equo a bambini e bambine è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile. Nel mondo, 103 milioni di giovani non possiedono capacità di base in lettura e scrittura, di cui oltre il 60% donne. A UniTO, il lavoro per migliorare educazione e istruzione trova diverse vie.

Marina Marchisio (Dipartimento di Matematica), gli obiettivi posti dal Goal 4 dell'Agenda ONU sono indubbiamente ambiziosi. Ma come è possibile nella pratica offrire a tutti la possibilità di sviluppare competenze linguistiche, matematiche e di problem solving in maniera equa, di qualità, in un ambiente inclusivo ed efficace?
Secondo noi la risposta va cercata nelle nuove tecnologie. Mi riferiscono per esempio a un ambiente virtuale di apprendimento integrato con un sistema di valutazione automatica. Si tratta di percorsi sempre disponibili, facilmente accessibili, accettabili e adaptive, ossia personalizzabili ai diversi bisogni educativi. Possiamo sintetizzare i loro pregi per un'educazione sostenibile con le quattro A inglesi: Available; Accessible; Acceptable; Adaptable.

Carla Marello (Dipartimento di Lingue e letterature straniere e culture moderne), concentriamoci ora sulla linguistica. Sembra che in qualche modo anche il vostro approccio verta sulle nuove tecnologie. Qual è dunque la vostra proposta per allargare le conoscenze linguistiche e le abilità di comprensione dei testi in modo sempre più equo e sostenibile?
Noi puntiamo sui dizionari online. Con i molti dizionari disponibili gratuitamente in rete per l'italiano, per l'inglese, per lo spagnolo e per altre lingue facciamo fare a studenti delle secondarie superiori esercizi online. Attraverso la piattaforma "Esplorare (con) i dizionari digitali" (a cui si può accedere con il cellulare) vogliamo far capire, anche attraverso giochi, come funziona un dizionario e come sfruttarlo per allargare il proprio lessico e comprendere meglio i testi. Il sistema di valutazione automatica permette di valutare le risposte e conservarle con i tempi di esecuzione.
Un esempio di esercizio? "In italiano abbiamo più parole che finiscono in *zione (es. lavorazione) o in *aggio, (es. lavaggio)?" Per scoprirlo vai sul dizionario De Mauro. Altro ambito di cui ci occupiamo, legato nello specifico al Goal 4.b, riguarda le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che includono anche la crittografia o il riconoscimento vocale: in questi ambiti l'analisi di frequenza delle lettere in un testo è centrale. Quali sono, per esempio, le due vocali e le due consonanti più usate in italiano? Una volta scoperto che sono rispettivamente la A, la I, la R e la T, si possono creare od ottimizzare algoritmi per le applicazioni legate a riconoscimento vocale o ci si può divertire a decrittare messaggi oscurati per esempio dal cifrario di Cesare.

Elisa Corino (Dipartimento di Lingue e letterature straniere e culture moderne), i 17 Goal per la sostenibilità sono obiettivi globali, firmati e quindi accettati e condivisi dagli stati membri dell'ONU, che tuttavia esprimono diverse culture e parlano lingue diverse. Questo rende necessario un accurato lavoro di traduzione, in ciascun idioma. Come codificano dunque lingue diverse concetti relativi alla sostenibilità?

Quando si parla di sostenibilità, di ambiente, di economie circolare, si ha a che fare con una terminologia relativamente nuova che talvolta non è comparabile in modo biunivoco in tutte le lingue. Alcune parole sono frutto di calchi e prestiti, altre sono il risultato di traduzioni approssimative, se non del tutto fuorvianti. Emergono allora falsi amici e amici infedeli nella traduzione di lingue a confronto. Per esempio se in inglese "sustainable" significa durevole, in italiano "sostenibile" significa "che può essere sopportato" e l'accezione ecologica nei dizionari si trova solo nella forma "sviluppo sostenibile", "durevole". Organic food, poi, non si traduce in italiano come "cibo organico" ma come cibo biologico. Una curiosità: sapete qual è la parola dell'anno 2018 legata alla (in)sostenibilità secondo la Real Academia Española? "Microplasticos".

Roberta Sapino e Cristina Trinchero (Dipartimento di Lingue e letterature straniere e culture moderne) può la letteratura aiutarci a comprendere il nostro presente in un'ottica di sostenibilità?
Già nei secoli scorsi scrittori e illustratori europei hanno immaginato il futuro dello sviluppo scientifico-tecnologico dando vita a opere dove il confine utopia/distopia si fa talora incerto. Nella letteratura d'anticipazione francese, inglese e italiana del Settecento, Ottocento e Novecento, queste opere, oltre a rivelarsi curiose o stupefacenti previsioni della realtà odierna, costituiscono una lente efficace per ragionare su nuove forme di fruizione della cultura e del libro, capaci di associare la materialità delle ultime realizzazioni tecnologiche con la vivacità dell’immaginario artistico-letterario. Per esempio nell'800, lo scrittore e giornalista Octave Uzanne è stato pioniere dell'audiolibro su supporto multimediale, uno strumento che oltre ad avere reso accessibile anche a persone con disabilità una buona parte della cultura, ha fornito a tutti modalità alternative di fruizione di opere culturali e talvolta più ricche, per esempio con l'uso di suoni che accompagnano la narrazione.  

Alvise Lucarda (Dipartimento di Scienze Veterinarie), il goal 4 punta su diverse discipline e tematiche da mettere al centro dell'impegno nell'educazione delle attuali e future generazioni. Cosa si può dire però educazione di qualità sullo sviluppo sostenibile? Come fare a renderla efficace, concreta e credibile?
A mio avviso bisogna partire dalle istituzioni e in questo le università hanno un ruolo di primo piano. Tramite gli educatori professionali che vi operano, l’Università deve produrre modelli educativi credibili e comportamenti persuasivi, per somministrare in modo efficace educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile. In un Dipartimento dell’Università di Torino, sono stati monitorati per 18 mesi comportamenti tutt’altro che virtuosi, come le luci lasciate accese la notte e il weekend in aule, corridoi, laboratori e uffici. Serve valutare la credibilità e quindi le concrete possibilità educative, di una istituzione che produce sprechi e manifesta comportamenti in totale contrapposizione con i principi che dichiara di voler promuovere e divulgare.

Marina Trento, lei afferisce al Dipartimento di Scienze Mediche, in cui si occupa in particolare di pazienti diabetici: in che modo questi posso giovare di un'istruzione di qualità?
Se decliniamo il termine "istruzione" in "educazione terapeutica", che permette ai pazienti, e ai suoi familiari, di acquisire le capacità e le competenze per vivere in modo ottimale con la malattia, nella persona con diabete può diventare strumento di sviluppo, prevenzione e miglioramento della qualità di vita. Presso il Laboratorio di Pedagogia Clinica del mio Dipartimento abbiamo sviluppato un modello di educazione terapeutica del paziente denominato Group Care, rivolto a integrare l’educazione nell’attività clinica per supportare le persone con diabete. Abbiamo quindi provato a esportare il modello ad altre 13 realtà ospedaliere italiane in un progetto durato 4 anni e denominato ROMEO (Rethink Organization to iMprove Education and Outcomes): il risultato è stato che, con questo approccio, i pazienti con diabete tipo 2 possono migliorare il controllo metabolico con il conseguente miglioramento della qualità di vita. 


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Questa storia di ricerca si trova in:


Intervista a

Marina Marchisio
Carla Marello
Elisa Corino
Roberta Sapino
Cristina Trinchero
Alvise Lucarda
Marina Trento
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

A cura di

Redazione FRidA
Pubblicato il

18 marzo 2020

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