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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

QUANTO CONOSCIAMO CIò CHE MANGIAMO? TRE DIETE IN UN MOOC PER CHIARIRE LE IDEE

Il cibo è oggi uno dei più potenti catalizzatori della nostra attenzione; ma ancora pochi conoscono le caratteristiche nutrizionale e i potenziali benefici di ciò che hanno appena ordinato al ristorante o comprato al supermercato. Ma soprattutto…abbiamo fatto i conti con il nostro stato emotivo e il nostro intestino? 

In occidente siamo ossessionati dal cibo, un concetto che però viviamo in modo estremamente contraddittorio. Avendone in abbondanza, lo fotografiamo e lo condividiamo sui social in continuazione ma ne buttiamo a tonnellate ogni anno. E intanto aumentano vertiginosamente l’incidenza mondiale di obesità e disturbi del comportamento alimentare. Bulimia e anoressia sono i più frequenti, ma in pochi conoscono l’ortoressia per esempio (dal greco orthos, “giusto” e orexis “appetito”), un’attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche; o l’emotional eating, la compulsività a mangiare sotto la spinta di un preciso stato emotivo, che sottolinea il potentissimo effetto consolatorio del cibo. L’obesità poi è un fattore di rischio importante per diverse patologie croniche come diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari, respiratorie, osteoarticolari e oncologiche, in grado di aumentare la mortalità dei pazienti.

In generale, a fronte della concentrazione sproporzionata sul food world, vi è una scarsa conoscenza della materia. Per questo a partire dalle ricerche che il mio dipartimento e il DiSAFA conducono su obesità, diabete e microbiota, abbiamo creato un Mooc (Massive open online courses), in collaborazione con l’Università di Helsinki, per fornire una panoramica il più possibile completa circa le caratteristiche della dieta mediterranea, del Mar Baltico e quella di Okinawa. Abbiamo realizzato complessivamente 14 lezioni sulla piattaforma di Future Learn alternando momenti formativi puramente scientifici e altri più interattivi e vivaci, grazie anche all’uso di video in cui chef locali ci hanno aiutati a realizzare diverse ricette nel rispetto delle diete proposte. L’intero lavoro, pur avendo solide basi scientifiche, ha un taglio divulgativo che ci permette di rivolgerci trasversalmente a un pubblico di ampio spettro e un’autovalutazione al termine di ciascuna lezione permette a ciascuno di misurare le proprie conoscenze.

Il contenuto del Mooc evidenzia le proprietà nutrizionali dei singoli elementi che compongono i capisaldi dei diversi schemi dietetici e i possibili benefici per l’organismo. Sulla dieta mediterranea vi è, per esempio, un approfondimento circa le sue origini, la nascita del concetto di piramide alimentare, la sua evoluzione nel tempo fino all’ultima versione attuale; sono compresi focus su legumi, olio di oliva e semi. La dieta del Mar Baltico tratta invece il tema dell’olio di colza e l’importanza di alcuni tipi di pesce di mare o di lago. Quella di Okinawa è incentrata su alimenti come tofu, alghe marine wakame o kombu. Si parla anche delle blue zones, quelle aree del mondo a più elevata longevità (Sardegna, Okinawa, Costa Rica) spiegando il perché di questo primato. Infine vi è una lezione appositamente dedicata al rapporto cibo-microbiota-patologie croniche, tema in auge nella comunità scientifica, perché la ricerca sta andando sempre più verso un tipo di medicina personalizzata. A tal proposito, ci si sta affacciando al concetto avveniristico di nutrizione personalizzata: la costruzione di un approccio dietistico ad hoc per il singolo che tenga conto non solo dei principi di sazietà e appetibilità, ma anche dell’interazione benefica o nociva tra un determinato alimento e il suo genotipo.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Sara Belcastro
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

19 marzo 2020

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