Brand
Popolazione, Geografia e Sviluppo urbano

Trova le differenze. Autenticità e omologazione nella città di oggi

Questa ricerca ha indagato i meccanismi di omologazione globale che spingono le città contemporanee ad adottare politiche simili, generando trasformazioni come la “gentrification”. Inoltre, abbiamo studiato i designers urbani e la loro attitudine a progettare spazi pubblici in forma standardizzata

Durante questo progetto abbiamo investigato due questioni principali. Da un lato, ci siamo interrogati sui meccanismi di omologazione globale che spingono le città contemporanee ad adottare politiche di sviluppo locali simili, generando alcune trasformazioni tipiche come nel caso della cosiddetta “gentrification”. Dall’altro lato, abbiamo studiato i produttori di una classe specifica di trasformazioni, ovvero i designer urbani e la loro predisposizione a concepire e progettare spazi pubblici in forma standardizzata. Le città contemporanee infatti soffrono problemi molto simili, pur con tutte le loro differenze. Vivono una significativa crisi fiscale, sono caricate di competenze sempre più onerose e sono considerate responsabili della propria riuscita o fallimento. In questo contesto, le città tendono ad adottare reazioni simili: puntano sugli eventi culturali, migliorano la propria immagine internazionale, agiscono sull’attrattività turistica e terziaria.

Uno degli effetti più noti, talvolta inatteso ma spesso cercato, è quello noto come gentrification: la città diventa più costosa ed esclusiva, generando delle selezioni tra abitanti. In particolare i centri città diventano sempre più sgargianti, a detrimento delle aree periferiche. Di questo fenomeno abbiamo studiato la diffusione, la pervasività e le conseguenze. Abbiamo poi isolato una classe molto specifica di trasformazioni urbane che sono oggigiorno sostenute con crescente enfasi da amministrazioni pubbliche e cittadini: gli spazi pubblici. In particolare abbiamo condotto una ricerca empirica tra Gran Bretagna, Nord Europa e Stati Uniti per mappare e campionare un numero congruente di professionisti che progettano materialmente gli spazi pubblici che vengono poi ricreati, in batteria, nelle città Asiatiche, del Golfo ma anche Occidentali. In sostanza abbiamo selezionato una quarantina fra studi professionali e corsi universitari all’interno della disciplina architettonica nota come “design urbano”. Ai professionisti selezionati abbiamo chiesto a quale modello si ispirino, che tipo di spazio cerchino di produrre e riprodurre, cosa significhi lavorare in contesti non democratici pur producendo “spazio pubblico” e così via.

In sintesi, questa ricerca ha messo in luce come la tipica contraddizione del capitalismo, che vede continue fabbricazioni di copie autentiche, non vale unicamente per gli oggetti, e in particolare per quelli d’arte, ma è applicabile anche alle città, sempre più uniche e sempre più uguali. Questo tipo di riflessione apre a molti nuovi campi di ricerca, da un lato rivolti all’individuazione di politiche innovative e creative che riescano a spingere le città a distinguersi realmente le une dalle altre e, dall’altro lato, rivolti alla mappatura dei processi di omologazione globale.

Questa storia di ricerca si trova in:


potrebbero interessarti anche