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Processi sociali e politici, Legge e Comunicazione

Formazione dei giovani all'imprenditorialità: la scommessa della cooperazione in Senegal

Penda Diop, sarta di Logua (Senegal). Fotogramma dal video "Giovani, Start-up e Partenariati territoriali in Senegal", Regione Piemonte.

Come soddisfare i bisogni di giovani e donne in tema di politiche attive del lavoro in Senegal? Cosa tenta di fare la cooperazione allo sviluppo in partenariato con l’Università di Torino? In questo racconto vi parliamo di un progetto che fa della circolarità di esperienze e competenze tra Nord e Sud il punto di forza per rispondere insieme alle sfide più urgenti.       

«Mi chiamo Penda Diop, ho conseguito un diploma in sartoria dopo una formazione di tre anni presso il CEFAM, Centre de Formation et d’Appui aux Métiers di Louga, in Senegal. Poi ho partecipato al progetto Percorsi creativi e futuri innovativi che mi ha dato la possibilità di continuare la formazione e avviare una start up. Atelier la belle couture, oggi questo è il mio lavoro».

Quella di Penda è una delle tante storie di successo rese possibili grazie aI progetto Percorsi creativi e futuri innovativi per i giovani senegalesi e ivoriani, che, promosso dalla Regione Piemonte e realizzato in Senegal e Costa d’Avorio tra il 2016 e il 2019, ha generato linfa per nuove progettazioni. Partendo non soltanto dai risultati positivi, ma anche dalle criticità del progetto su cui lavorare e migliorare, durante il 2020 in piena pandemia ha preso vita la progettazione di Reti al Lavoro - Percorsi in Comune per giovani e donne in Senegal, promosso dalla Regione Piemonte e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.   

Questo nuovo progetto prende le mosse dalla consapevolezza che se trovare lavoro è un problema diffuso in Senegal, come purtroppo accade anche in molti altri paesi del mondo, lo è in particolar modo se si è donna o giovane (o entrambi!). Un’inchiesta nazionale sul lavoro commissionata dal Ministero dell’Economia del Senegal, evidenzia che nel 2021 solo il 28,2% delle donne avevano un lavoro, contro il 53% degli uomini.

Attraverso Reti al Lavoro, e grazie alle competenze dell’ampio partenariato che lo costituisce, si lavora in stretta sinergia con le autorità locali senegalesi per accompagnare gruppi di giovani e donne nella ricerca delle cause e delle possibili soluzioni alla propria disoccupazione.

Si tratta di un progetto di cooperazione decentrata che si fonda quindi sull’azione delle autonomie locali, sulla creazione di partenariati territoriali tra comunità che, pur vivendo in territori distanti, si trovano ad affrontare sfide analoghe, e sull’accompagnamento di processi di sviluppo su scala locale, attraverso un confronto su problemi condivisi. Nell’ottica di supportare e rafforzare una governance decentralizzata, il coinvolgimento attivo all’interno del progetto riguarda i diversi attori (autorità locali, agenzie di sviluppo, associazioni, centri di formazione, ONG, università, imprese ecc.) che possono definire a diversi livelli (regionale, dipartimentale, comunale) strategie in grado di offrire maggiori opportunità di inserimento lavorativo e di lavoro dignitoso per giovani e donne. In prima linea, tra questi, ci sono le autorità locali senegalesi.

Sulla base di questi principi, nell’ambito di Reti al Lavoro sono coinvolti 5 partenariati territoriali molto attivi tra Piemonte, Sardegna e Senegal - nello specifico tra Louga e Torino, Thiès Ouest e Cuneo, Koubalan e Asti, Ronkh e Carmagnola, Pikine Est e Regione Sardegna - accompagnati dalle Organizzazioni della società civile dei territori interessati. Inoltre, in ognuna delle 5 zone di intervento sono stati costituiti dei Quadri di concertazione multistakeholder, fulcro importante del progetto, che funzioneranno da nucleo di confronto e strumento di elaborazione di proposte in tema di servizi per il lavoro e la formazione. Proprio su questo aspetto entra in gioco il partenariato con il CISAO - Centro Interdipartimentale di Ricerca e Cooperazione Tecnico Scientifica con l’Africa dell’Università di Torino, che sta realizzando un percorso di ricerca-azione partecipativa sviluppato nell’arco dei tre anni di progetto, e che vedrà lavorare in stretta sinergia i diversi partner nell’ottica di uno scambio, non solo di competenze tecniche, ma anche di esperienze e idee sul tema della disoccupazione femminile e giovanile. In questo senso i Quadri di concertazione, espressione di una larga rappresentanza istituzionale e civile, costituiscono il centro da cui si ramificherà la ricerca-azione, funzionale a co-costruire i dati, identificare i bisogni ed elaborare proposte in materia di occupazione giovanile e femminile. 

In che modo l’Università metterà in moto questo meccanismo? Seguendo i principi della ricerca-azione partecipativa di co-costruzione del sapere e di coinvolgimento attivo di tutti gli attori, concepiti non come meri beneficiari, ma come soggetti proattivi. Istituzioni, organizzazioni della società civile in Italia e in Senegal, i giovani e le donne che sperimentano quotidianamente bisogni ed “emergenze” lavorative nei 5 comuni senegalesi, saranno coinvolti in momenti diversi. La ricerca-azione partecipativa, che prevede fasi alternate sia quantitative che qualitative di raccolta dati, intende implicare attivamente tutti questi diversi attori, riflettere congiuntamente sui problemi identificati e co-costruire soluzioni, cercando di coniugare bisogni locali, piani di sviluppo locali e nazionali, e linee di progetto. Attraverso questo reticolato di sinergie teoriche e pratiche al tempo stesso, l’obiettivo è progettare “dal basso” soluzioni concrete alla disoccupazione che attanaglia, in particolare, le donne e i giovani.  

La disoccupazione giovanile e l’approccio di genere applicato alle politiche attive del lavoro rappresentano temi urgenti e complessi, senza dubbio anche in Italia ma, del resto, si dice che le grandi sfide si affrontano meglio insieme.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Elisa Bignante
Marta Mosca
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

16 gennaio 2023

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