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Processi sociali e politici, Legge e Comunicazione

La formazione come chiave del cambiamento sociale

I più recenti modelli di disabilità e inclusione portano in modo sempre più stringente alla necessità di modificare radicalmente il modo di operare dei soggetti sociali e istituzionali che si occupano di disabilità. Noi ci occupiamo di sperimentare modalità formative di modifica delle pratiche

La ricerca di strategie efficaci di attuazione del modello dei diritti deve muoversi di pari passo con la formazione degli "addetti ai lavori". I modelli si modificano e spesso, a fronte di una sostanziale condivisione da parte della comunità scientifica, si riscontra un gap per quanto riguarda le pratiche. Gap che va superato affinché le innovazioni raggiungano effettivamente la vita delle persone.
Nell'ambito di chi si occupa di disabilità a vari livelli - servizi sociali, aziende sanitarie, soggetti del privato sociale e comuni - la formazione è spesso vissuta come qualcosa di esterno alla pratica quotidiana. È dunque necessario interrogarsi su quali siano le modalità di co-progettazione da mettere in campo per cercare percorsi formativi efficaci nel complicato compito di modificare le pratiche. Il Centro Studi per i Diritti e la Vita Indipendente (DiVI), oltre a erogare formazione e consulenza, si impegna a mettere a punto queste modalità. E lo fa con vari progetti trasversalmente su diversi territori al fine di verificare l'impatto delle diverse organizzazioni dei servizi sull'efficacia formativa.

Il progetto "Officine per la vita indipendente" consiste nella conduzione di gruppi annuali di capacitazione rivolti alle famiglie di ragazzi di 0-14 con disabilità intellettiva. Si punta da una parte a consentire alle famiglie di assumere efficacemente la regia educativa e il progetto di vita della persona con disabilità e dall'altra ad accrescere la loro consapevolezza sul cambio di paradigma in corso sul tema della disabilità. Lo scopo è rendere queste persone consapevoli dei propri diritti e capaci di esigerli. A partire dal 2011 il progetto ha coinvolto 12 gruppi da circa 12 famiglie (ma anche insegnanti e amici). Parallelamente, sta per partire un progetto di formazione di nuovi operatori che possano gestire altre "Officine" e rendere così sempre più diffuse queste realtà sul territorio.
Sempre con il fine di capacitare le famiglie nell'assunzione piena della regia educativa, abbiamo fornito il nostro supporto tecnico e scientifico alle 200 famiglie che aderiscono del Comitato 162 Piemonte che hanno così creato un progetto educativo e di vita. In particolare abbiamo fornito loro uno strumento personalizzato da compilare secondo le esigenze e i sogni di familiari e persone disabili.

Inoltre, nei territori dove siano avviati progetti di vita indipendente e inserimenti lavorativi, o dove le istituzioni siano interessate a innovare le tecniche di co-progettazione con le famiglie, ci poniamo l'obiettivo di fornire alle istituzioni coinvolte strumenti e incontri di formazione per implementare le capacità degli operatori in quest'ottica. Il tutto partendo dalle pratiche già in essere. A partire dal 2012, durante la sperimentazione ancora in atto, sono stati coinvolti circa 100 operatori del territorio piemontese e lombardo.

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