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L’associazionismo delle imprese in Italia: rappresentatività e potenziali criticità

foto: gettyimages

Le associazioni dei datori di lavoro nascono storicamente per promuovere gli interessi delle imprese, ma ci sono poche informazioni sulla loro rappresentatività. Il quadro che emerge da un’analisi empirica delle scelte associative delle imprese italiane è quello di un declino della rappresentatività delle associazioni datoriali nel tempo e di una più debole partecipazione delle imprese fragili e meno produttive. Queste tendenze potrebbero avere conseguenze problematiche per la solidità del sistema politico-economico.

Raramente sentiamo parlare delle associazioni dei padroni, mentre spesso si parla di quelle dei lavoratori. Tuttavia, chiunque concludesse su questa base che i padroni si associano raramente ignora le faccende del mondo e di questa materia.
A. Smith, La ricchezza delle nazioni, 1776

Le associazioni dei datori di lavoro sono organizzazioni con una lunga tradizione, solitamente create per promuovere e coordinare gli interessi degli imprenditori, oltre che con lo scopo di controbilanciare il potere dei sindacati nel panorama politico-economico.
Il ruolo delle associazioni datoriali in Italia tende a essere particolarmente rilevante a causa di aspetti sia storici sia legislativi. Vi sono circa 25 associazioni datoriali principali, tra le quali la più grande è Confindustria. Nel sistema della contrattazione collettiva, le associazioni datoriali condividono con i sindacati maggiormente rappresentativi un potere sostanzialmente legislativo su diversi aspetti del funzionamento dei rapporti di lavoro. Il peso politico di queste associazioni emerge spesso anche in modo più informale, basti pensare alle frequenti audizioni parlamentari in cui simili organizzazioni svolgono il ruolo di intermediari tra le esigenze del settore produttivo e il legislatore. Queste associazioni svolgono infine un ruolo di supporto alle aziende potenzialmente molto importante in una realtà economica sempre più complessa e interconnessa a livello internazionale.

Vi è però un importante deficit informativo riguardo alla rappresentatività di queste associazioni, che abbiamo provato a colmare analizzando un dettagliato questionario sottoposto ad un campione rappresentativo di imprese italiane. I risultati dell’analisi sono riportati nell’articolo Employer association in Italy: Trends and economic outcomes, che ho scritto insieme a Claudio Lucifora e Daria Vigani.

Il quadro che emerge in questo studio è quello di un declino nella rappresentatività delle associazioni datoriali, che è stato particolarmente esacerbato durante la crisi economica degli anni 2009-2013. Se nel 2005 circa il 64% delle imprese risultava affiliato a un’organizzazione datoriale, la percentuale era scesa al 44% nel 2015. Vi è inoltre un deficit di rappresentanza soprattutto per le imprese più fragili e meno produttive, che risulta particolarmente problematico vista l’influenza rilevante delle associazioni datoriali sul quadro normativo. Ad esempio, nel 2015 solo il 30% delle imprese meridionali era affiliato, contro una media nazionale superiore al 44%. Inoltre, i tassi di affiliazione tendono in generale ad essere più alti per le imprese di grandi dimensioni, innovative, esportatrici e operanti in settori più dinamici e produttivi come la manifattura. Di fronte a questo quadro, occorrerebbe una strategia per allargare la rappresentanza delle realtà produttive anche in settori potenzialmente più fragili del sistema economico.

Le imprese tendono ad associarsi soprattutto quando i servizi e le opportunità offerte dalle organizzazioni datoriali sono vantaggiosi. I risvolti più strettamente politici dell’adesione a queste organizzazioni, come l’accresciuta capacità di influenza sul quadro normativo, sono spesso solo marginali nel determinare la scelta associativa individuale. Tuttavia, se il risultato aggregato di questo processo decisionale porta a sistematiche differenze tra le caratteristiche delle imprese che si associano e di quelle che non lo fanno, come emerge dai risultati della nostra analisi, potrebbero crearsi tensioni e problemi di rappresentatività, con effetti potenzialmente deleteri sulla solidità del sistema politico ed economico. 

un racconto di
Bernardo Fanfani
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

09 gennaio 2023

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