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Quote rosa nelle imprese: la leadership femminile oltre gli stereotipi

foto: gettyimages

È vero che le donne manager sono meno avverse al rischio? Qual è il contributo che le donne apportano nei consigli di amministrazione? Le “quote rosa” sono giustificate solo da ragioni di pari-opportunità oppure esiste anche un “business case”, cioè producono effetti positivi sulla performance delle imprese?

«This is the age of female director. Before this, it was the age of the independent director. While they may not (always) be superheroes, there is little doubt that women that achieve directorships will influence firm and societal outcomes. We need a better understanding of what women bring to the boardroom table on how diversity affects firm outcomes».

Con questa frase, l’economista Renée Adams qualche anno fa sosteneva la necessità di condurre ricerche approfondite sul ruolo della leadership femminile nelle imprese. Attraverso una serie di studi, insieme al team di ricerca di cui faccio parte (con Elena Grinza, Alessandro Manello, Francesco Devicienti) abbiamo cercato di fare luce su questo tema.

Grazie alla disponibilità di dati sull’identità dei manager di un ampio campione di imprese italiane (oltre 80.000), è stato possibile mettere in relazione la presenza di donne manager con alcuni indicatori di performance. I primi risultati sembrano sottolineare, a prima vista, l’esistenza di una relazione negativa tra le due variabili. Tuttavia, questo risultato non è generalizzabile, perché in alcuni casi emerge chiaramente come la presenza di donne tra i top manager produca effetti positivi sulla performance. Ciò avviene, ad esempio, in imprese caratterizzate da un’elevata quota di donne sul totale degli occupati, suggerendo che le donne manager riescano meglio a sviluppare le potenzialità e ad aumentare la produttività delle donne che lavorano nell’impresa.
Lo stesso effetto positivo emerge per le imprese che aderiscono a reti di impresa, risultato che sottolinea la maggiore capacità delle donne di cooperare con altri e di costruire network. L’effetto è particolarmente forte per imprese a leadership femminile che si mettono in rete con altre imprese con leadership femminile e in settori innovativi.
Infine, al di là degli effetti sulla performance, i risultati mostrano come le donne manager utilizzino meno forza lavoro part-time, ma siano più propense a concedere il part-time ai dipendenti che lo chiedono, contribuendo quindi a ridurre il part-time involontario e favorendo un migliore equilibrio lavoro e vita privata dei lavoratori.

Un lavoro recente si concentra sulla composizione dei consigli di amministrazione con l’obiettivo di verificare gli effetti di una recente legge (legge 120/2011, conosciuta come legge Golfo-Mosca, prorogata con la legge 160/2019) che ha imposto le “quote rosa” per le società quotate in borsa. Queste ultime sono confrontate con un campione di imprese simili non quotate, quindi non soggette alla normativa sulle quote di genere.
Con questo studio volevamo analizzare l’effetto della riforma sulle attività di internazionalizzazione delle imprese, quali la probabilità di esportare, il volume dell’export, il numero di prodotti esportati, il numero di paesi di destinazione dell’export, tenendo conto anche del grado di incertezza e di rischio legati alla volatilità dei diversi mercati internazionali. Su diversi indicatori di performance quali redditività, produttività ed efficienza, sono confermati i risultati di alcuni studi che non trovano effetti delle “quote di genere”. Se confrontate invece con un gruppo simile di imprese non quotate, le società quotate mostrano una maggiore propensione all’export e registrano un aumento del valore delle esportazioni. Aumenta anche la probabilità di esportare nuovi prodotti, mentre non emergono impatti significativi rispetto alla rischiosità dei flussi commerciali misurata attraverso alcuni indicatori di volatilità della domanda nei mercati esteri.

Considerati nel suo complesso, i risultati dei diversi studi condotti nel nostro Dipartimento suggeriscono che la presenza di donne manager e un aumento della rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione, se da un lato non comportino necessariamente una riduzione della performance, dall’altro siano in grado di apportare un diverso stile di direzione e di leadership, più propenso a concedere il part-time ai lavoratori e alle lavoratrici che ne fanno richiesta, più incline a formare reti di collaborazione con altre imprese, più aperto verso i mercati internazionali e, contrariamente a quanto comunemente sostenuto, non caratterizzato da scelte più caute e meno rischiose.


IMMAGINI

un racconto di
Davide Vannoni
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

13 gennaio 2023

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