Terzo tempo: invecchiare è un gioco di squadra
Terzo Tempo è un progetto nato per promuovere l’invecchiamento attivo attraverso incontri culturali, passeggiate naturalistiche, attività di socializzazione e benessere. È attivo dal 2016 e propone attività gratuite e aperte a tutte e tutti, con l’obiettivo di rendere la terza età un momento ricco di stimoli e relazioni per mantenere una buona qualità della vita.

Molto spesso, e a ragione, si sente dire che la popolazione del nostro paese nei prossimi anni diventerà sempre più anziana. Purtroppo, però, troppo spesso l’aumento dell’età non va di pari passo con la qualità della vita.
Proprio a partire da queste riflessioni nasce nel 2016 il progetto Terzo Tempo, un’iniziativa di Public Engagement del Dipartimento di Scienze Mediche con un obiettivo chiaro: promuovere stili di vita attivi e dare strumenti concreti per affrontare al meglio l’anzianità. Il team è composto dal personale dell'Università (medici, neuropsicologi e neuroscienziati) e da professioniste e professionisti dell’associazionismo per la terza età.
Durante la fase di creazione del progetto, non riuscivamo a trovare un nome che ci convincesse. Un giorno, la dott.ssa Enrica Favaro ha partecipato a una partita di rugby e da lì è arrivata l'idea.
Il terzo tempo, infatti, è una delle tradizioni più importanti del rugby: dal momento in cui l’arbitro fischia per concludere la partita, le due squadre non sono più rivali e anzi condividono allegramente il dopogara insieme. L’intento del progetto è aiutare a trasformare la cosiddetta terza età in un terzo tempo, un momento non più caratterizzato da solitudine ma da convivialità e stimoli positivi.

Terzo Tempo propone diverse tipologie di attività a cui le persone possono aderire in maniera gratuita, in particolare seminari e conferenze che si tengono ogni martedì presso la Biblioteca Civica Centrale, in via della Cittadella 5 a Torino: ogni settimana esperte e esperti di diversi settori portano le loro esperienze e la loro professionalità, dalle missioni scientifiche in Antartide a consigli utili per mantenere la memoria allenata durante la vita di tutti i giorni.
Sono incontri che hanno come parola d’ordine la curiosità, viene sempre lasciato spazio alle domande di tutti e, proprio come nel rugby, anche a due chiacchere con una tazza di tè alla fine dell’incontro!
Due volte al mese proponiamo passeggiate naturalistiche, con una persona esperta in scienze naturali, nei parchi di Torino e dintorni. Combiniamo infatti l’attività fisica con l’osservazione del paesaggio e degli esseri viventi che si incontrano lungo il cammino. Nel corso degli anni sono state svolte anche attività di ortoterapia, visite culturali e gite fuori porta.
Nel corso di questi anni, le persone raggiunte dal progetto sono state molte. La nostra mailing list conta infatti circa trecento contatti, composta da persone con un’età media di 71 anni e una grande prevalenza (80 percento) femminile.

Per quantificare e descrivere l'impatto delle iniziative proposte a chi partecipa, sono stati utilizzati dei questionari in cui le persone hanno indicato, fra le attività svolte, quelle ritenute più utili e arricchenti, da ripetere in altre occasioni. Le analisi preliminari dei questionari mostrano un miglioramento della qualità di vita, ma sono necessari più tempo e ulteriori analisi per monitorare in maniera efficace l'impatto del nostro progetto.
Abbiamo però raccolto molti commenti positivi: “Un momento bello e aggregante che ho inserito nella mia settimana”, ”La cosa più bella è che mi sento più giovane”, “Ci ha stimolato a continuare ad imparare e ad essere vivi”, “Ci ha permesso di fare delle belle amicizie e di un bel momento di socializzazione”.
Questa tipologia di iniziative si inserisce in una pratica riconosciuta e promossa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) chiamata social prescribing: parte dal presupposto che passatempi, socializzazione e attività fisica siano alla base della salute mentale e del benessere della persona.
Questa pratica, che non può essere intesa come sostituta di altre terapie, è riconosciuta come fondamentale per attivare un circolo virtuoso nella cura della persona.
La speranza è quella di poter proseguire con il progetto, per raggiungere più persone e continuare a essere un punto di riferimento per la popolazione del territorio. Perché invecchiare bene non è solo possibile, è anche un diritto.