Reti digitali per migliorare la cura delle dipendenze
L’abuso di sostanze stupefacenti rappresenta una sfida complessa, con costi significativi per la collettività e ripercussioni profonde sulle persone coinvolte. La nostra ricerca propone ecosistemi digitali integrati per misurare con precisione i costi delle cure. Grazie alla tecnologia avanzata, la sanità può ottimizzare risorse e migliorare la qualità dei trattamenti.
Affrontare le dipendenze da sostanze stupefacenti è una priorità globale, che richiede risposte articolate sul piano sanitario, umano ed economico.
Solo nel 2020, oltre 97 milioni di persone hanno fatto uso di droghe. L’abuso di sostanze resta una delle principali cause di mortalità, con più di tre milioni di decessi all’anno – in prevalenza uomini – attribuibili ad alcol e droghe.
Le dipendenze sono anche al centro di un circolo vizioso, in cui povertà e consumo si alimentano reciprocamente, soprattutto tra le persone più giovani. Come ampiamente documentato, infatti, l’abuso di sostanze ha effetti profondi sulla vita personale: ostacola il percorso educativo, mina le relazioni familiari e compromette le prospettive lavorative. Gli studenti e le studentesse che fanno uso di droghe hanno maggiori probabilità di incontrare difficoltà scolastiche, abbandonare gli studi e accedere a un numero ridotto di opportunità professionali – fattori che rendono ancora più difficile il percorso di disintossicazione e reinserimento sociale.
Ma anche i costi economici associati alle dipendenze sono estremamente elevati. Negli Stati Uniti, l'abuso di sostanze vale alla collettività più di 740 miliardi di dollari, includendo le perdite di produttività, le spese sanitarie e quelle legate al sistema giudiziario.
In Italia le spese dirette annuali per dipendenze da droghe e alcol raggiungono gli 8,3 miliardi di euro (più o meno quanto in Australia), mentre i costi sociali stimati arrivano a 15,5 miliardi di euro, per un impatto economico totale di circa 23,8 miliardi di euro.
Si tratta di somme che rispecchiano la complessità del trattamento delle dipendenze e che rendono urgente un ripensamento del sistema di gestione delle risorse, con ricadute positive sull’economia e sulla salute pubblica globale. Per questo nel nostro recente studio, pubblicato sulla rivista The British Accounting Review, abbiamo condotto una revisione sistematica della letteratura e un'analisi del contenuto degli strumenti di misurazione delle performance economiche utilizzati nella gestione delle cure per le dipendenze.
Tra le metodologie più utilizzate emergono strumenti come il DATCAP (Drug Abuse Treatment Cost Analysis Programme) e il SROI (Social Return on Investment). Tali metodi permettono una valutazione dettagliata dei costi, ma presentano spesso limiti legati alla complessità della raccolta dati e alla scarsa integrazione digitale.
Abbiamo identificato una soluzione promettente in grado di superare queste difficoltà: la costruzione di ecosistemi digitali specifici per il trattamento delle dipendenze.
Un ecosistema digitale è un sistema interconnesso di strumenti digitali, personale sanitario e gestori economici che lavorano insieme per raccogliere, analizzare e condividere dati in tempo reale. Questo permette di avere stime più precise e di ottimizzare la gestione delle risorse. Per essere realmente efficaci, gli ecosistemi digitali devono avere certe caratteristiche e rispettare alcuni pilastri fondamentali:
- Comunità sanitaria integrata: medici, infermieri, psicologi e manager sanitari devono lavorare in sinergia;
- Tecnologia avanzata: utilizzare software basati su cloud e piattaforme di cartelle cliniche elettroniche (EHR);
- Sicurezza e privacy dei dati: garantire la protezione delle informazioni sensibili, soprattutto in contesti ad alto rischio di stigmatizzazione come quello delle dipendenze.
- Fiducia e collaborazione: favorire il buon andamento delle attività creando un clima di supporto reciproco.
LEGGI ANCHE
“Come stai?” in tutte le lingue: il valore della diversità nel futuro della sanità italiana
Metodi come il DATCAP possono per esempio beneficiare dell'integrazione con tecnologie digitali avanzate come gli EHR, migliorando così precisione e rapidità nella raccolta e analisi dei dati.
L'importanza della digitalizzazione nei contesti sanitari d’altronde è già emersa durante la pandemia di COVID-19, periodo in cui software agili e digitalizzati hanno garantito continuità nella cura delle dipendenze, mostrando la necessità di strumenti contabili flessibili e aggiornabili in tempo reale.
In conclusione, il nostro studio dimostra chiaramente che la transizione verso un ecosistema digitale nella contabilizzazione dei costi delle cure per le dipendenze è non solo possibile, ma necessaria. Questo approccio può significativamente migliorare la qualità delle cure, ottimizzare l'allocazione delle risorse e supportare decisioni basate su evidenze concrete, contribuendo in modo sostanziale alla sostenibilità dei sistemi sanitari e alla salute pubblica globale.
Gruppo di lavoro: Paolo Pietro Biancone, Valerio Brescia (Università degli Studi di Milano), Federico Chmet, Michele Oppioli, Ginevra Degregori, Lara Demarchi, Federica Bassano e Alessandra Curatolo.