PeerCards: sviluppare pensiero critico a scuola e all’università insieme all’IA
La didattica è sempre stata attraversata da innovazioni capaci di trasformare il modo in cui si impara e si collabora. PeerCards si inserisce in questa evoluzione proponendo un uso originale dell’Intelligenza Artificiale: non un oracolo di risposte, ma un partner che stimola riflessione e confronto. Attraverso carte digitali create in gruppo, studentesse e studenti di scuole e università sviluppano pensiero critico, capacità di valutazione e un dialogo autentico. Il progetto rafforza collaborazione e cittadinanza digitale, costruendo un futuro educativo più consapevole, inclusivo e partecipativo.
Una compagna di banco speciale
Da studentessa, per studiare usavo spesso le flashcard: delle carte con una domanda su un lato e la risposta sull'altro. Guardavo la domanda, provavo a rispondere, e poi giravo la tessera per verificare. PeerCards è un software che parte da questa idea e la porta nella didattica del futuro.
Il cuore della piattaforma è costituito da carte digitali che raccolgono domande, casi o spunti di riflessione su un tema disciplinare. All'interno di un gruppo, ogni studente o studentessa ne crea una, l’IA propone la propria risposta e da lì prende avvio il lavoro più stimolante.
Il docente assume il ruolo di facilitatore del dialogo e di guida al ragionamento, aiutando a leggere tra le righe e a comprendere i processi di apprendimento.
Non si tratta di stabilire chi abbia ragione, ma di confrontare idee, analizzare differenze e integrare prospettive. Cosa manca? Cosa è convincente? Quali scelte espressive risultano più efficaci?
In questo percorso l’IA non si pone come un oracolo di risposte, ma come stimolo alla riflessione, ponendosi alla pari rispetto a studentesse e studenti. La finalità non è tanto, o solo, la memorizzazione, ma la riflessione collettiva profonda sul tema toccato dalla domanda.
Da dove nasce l’idea di PeerCards?
Negli ultimi anni abbiamo imparato a convivere con l’IA in diversi modi: ci aiuta a scegliere una canzone, a tradurre testi, a scrivere una mail. Ma quando entra nelle aule universitarie o nelle scuole, il rischio è che diventi una scorciatoia.
Come segnalano diverse ricerche, può indurre studentesse e studenti a copiare, riducendo così il proprio impegno e la capacità di pensare in modo critico.
La domanda da cui è partito il progetto è semplice: possiamo usare l’IA per allenare il pensiero critico delle nuove generazioni?
La nostra sfida è stata quella di integrare l’IA nella didattica in modo critico e consapevole, evitandone usi passivi e valorizzando competenze umane come riflessione, comunicazione e cooperazione. Da ciò nasce il progetto dell’Università di Torino, che punta a sperimentare un modello formativo consapevole, riflessivo e collaborativo.
Un progetto corale
PeerCards aiuta studentesse e studenti a comprendere che l’intelligenza artificiale non è neutra: ogni risposta automatica riflette scelte storiche, culturali e valoriali incorporate nei dati e negli algoritmi. Attraverso attività di confronto e riflessione guidata, la piattaforma invita a interrogare le fonti e i presupposti delle risposte generate, trasformando l’IA da strumento passivo a occasione per esercitare pensiero critico e consapevolezza etica.
Oggi il progetto si è ampliato, coinvolgendo diverse personalità del mondo accademico e scolastico e creando una rete di collaborazione internazionale, con partner in Romania, Spagna e Portogallo. PeerCards è stato sperimentato da centinaia tra studentesse e studenti universitari e ha intrecciato un dialogo con il territorio grazie alla partecipazione di scuole superiori e di partner industriali e tecnologici, tra cui i Maieutical Labs.
Perché è importante implementare una didattica innovativa
La posta in gioco è alta: non si tratta solo di imparare a usare l’IA, ma di comprenderne il linguaggio, le logiche e le radici culturali. PeerCards mostra come ogni risposta generata dall’IA derivi da scelte storiche, sociali e valoriali incorporate nei dati e negli algoritmi, aiutando a sviluppare la capacità di riconoscere bias, limiti e implicazioni etiche.
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Le prime sperimentazioni nei corsi di bioinformatica, infermieristica, scienze dell’educazione e traduzione hanno dato risultati promettenti: studentesse e studenti hanno mostrato più motivazione, coinvolgimento e propensione al dialogo. Dai feedback raccolti attraverso questionari e interviste, è emerso che studentesse e studenti non percepiscono più l’IA come una scorciatoia, ma come un’occasione per approfondire e migliorare le proprie idee. Allo stesso modo, i docenti evidenziano come lo strumento favorisca la partecipazione attiva e la discussione critica, trasformando la lezione in uno spazio più dinamico, dialogico e collaborativo.
Uno sguardo al futuro
Le attività finora hanno spaziato dall’analisi di casi clinici ai laboratori interdisciplinari, dagli esercizi di problem solving, fino al supporto nella correzione di esami e test a scelta multipla. Il prossimo passo è estendere PeerCards ad altri corsi di studio e costruire una community per condividere pratiche, strumenti e dati sull’efficacia educativa del modello.
Non si tratta solo di valutare l’apprendimento disciplinare, ma anche lo sviluppo di soft skills e il benessere di studentesse e studenti, sviluppando al contempo uno strumento a supporto dell’attività dei docenti.
In un tempo in cui ci si chiede se l’IA ci renderà meno umani, PeerCards propone di usarla per costruire legami, potenziare l’intelligenza collettiva, coltivare capacità critiche e relazionali.
Un percorso ambizioso tra sfide e opportunità
Il percorso di crescita di PeerCards è ambizioso e, come ogni progetto innovativo, affronta sfide significative, prima tra tutte la scarsità di risorse. Sebbene il progetto abbia ottenuto riconoscimenti importanti – tra cui il primo premio del Teaching and Learning Center dell’Università di Torino – lo sviluppo di un'applicazione così complessa richiede tempo e competenze specialistiche. La nostra determinazione si fonda però sull'asset più importante: l'entusiasmo della comunità accademica. Il feedback positivo di studentesse, studenti e docenti nella sperimentazione dell’anno 24/25 è il vero capitale che alimenta il nostro impegno a consolidare e far evolvere la piattaforma, un passo alla volta.
Componenti del gruppo di ricerca:
Beatrice Albanesi
Elisa Corino
Alessio Mattana
Ivan Molineris