Storia di sinergia

Oltre la narrativa del declino: studenti in movimento verso le aree rurali e montane

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Le aree rurali stanno vivendo profondi cambiamenti che ne ridefiniscono identità e prospettive di sviluppo. La nostra ricerca parte dai programmi di tirocinio “Rural mobility” svolti da studenti nei territori rurali di Spagna e Italia. È emerso come queste esperienze favoriscano nuove reti sociali e dinamiche locali, contribuendo anche a decostruire alcuni stereotipi sulla ruralità.

Le aree rurali sono in movimento.

Questa affermazione è sempre più al centro dell’interesse della comunità scientifica e non solo. E lo è anche se (o forse proprio perché) la percezione comune le considera arretrate e premoderne, propense alla conservazione e refrattarie al cambiamento; persino nei discorsi che intendono sottolinearne il valore si tende a dare un'immagine altrettanto stereotipata fatta di comunità e tradizione, naturalità e "borghi". In entrambi i casi si tratta, appunto, di lentezza.

Invece le aree rurali sono in movimento. Nello specifico, il movimento che caratterizza i territori rurali vede tra le principali traiettorie la presenza di nuove popolazioni temporanee altamente diversificate, come per esempio nuovi contadini, wwoofers e, seppur in maniera ancora marginale, coloro che si muovono verso le aree rurali per motivi formativi.

Tali movimenti, se adeguatamente pianificati, possono diventare uno strumento utile, seppur non sufficiente, a contrastare l’erosione del capitale sociale provocato da un continuo spopolamento e rappresentare un potenziale di sviluppo per paesi in declino demografico ed economico.

Su queste premesse, il progetto Rural Mobility Initiatives: Comparing hosting communities and participating students’ Expectations, finanziato dal programma Grant for Internationalization (UniTo) e sviluppato all’interno del Dipartimento di Culture, Politica e Società nel corso del 2023, ha analizzato il programma Rural Mobility di UNITA-Universitas Montium, un’alleanza interuniversitaria che supporta tirocini accademici nei contesti rurali in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Romania. 

Vista dall'alto di Daroca, Spagna. Lavoro sul campo per intervista alla Fondazione Campo de Daroca.
Vista dall'alto di Daroca, Spagna. Lavoro sul campo per intervista alla Fondazione Campo de Daroca.

La ricerca, attraverso una prima azione di mappatura dei tirocini, attività di campo, interviste e focus-group, si è focalizzata sui casi territoriali dell’Aragona e del Piemonte, analizzando le motivazioni e le aspettative sia del gruppo studentesco sia degli enti ospitanti. Comprendere questi due elementi è fondamentale per incrementare la mobilità di gruppi qualificati e/o in formazione nei contesti rurali, e allo stesso tempo rafforzare il legame tra università e territorio favorendo lo scambio di conoscenze e contribuendo allo sviluppo di aree solitamente meno coinvolte dalle attività accademiche. 

Il valore dell’esperienza

“Nelle zone rurali abbiamo problemi ad attrarre nuove persone [non residenti]; abbiamo bisogno di questi giovani che vengono qui. Qui mancano molte persone qualificate e con un'istruzione universitaria. Abbiamo bisogno di una visione diversa [...] e dobbiamo conoscerla» (host, Spagna).

Risultati grafici della analisi SWOT partecipata  con le studentesse* di Mobilità Rurale sul territorio di Sordevolo (BI)
Risultati grafici della analisi SWOT partecipatacon le studentesse* di Mobilità Rurale sul territorio di Sordevolo (BI)

“[...] Credo che la presenza di giovani qualificati provenienti da contesti europei, da contesti diversi, possa davvero aiutare molto questi territori, ma ovviamente il lavoro che svolgono gli host è enorme.”(host, Italia)

Dall’insieme dei dati raccolti, emerge che le organizzazioni ospitanti percepiscono il programma come un’opportunità per sviluppare e acquisire competenze non disponibili in loco, creare reti e supportare progetti al fine di superare prospettive e narrative del declino e dell’abbandono.

"[…]nel prossimo futuro resterò qui più a lungo, voglio sperimentare meglio le attività di pastorizia. Quando si fa il formaggio, ci vuole tempo per vedere tutto il processo, qui mi svegliavo presto per andare lì [al pascolo con il pastore] prima di iniziare il lavoro della Rural Mobility”. (studentessa)

Focus Group con studenti* di Mobilità Rurale a Paraloup (CN)
Focus Group con studenti* di Mobilità Rurale a Paraloup (CN)

“[…] Nel mio futuro mi vedo anche in un posto come questo, quindi ho deciso di venire qui anche per uno scopo molto utilitaristico, perché volevo sapere se potevo, se funzionava o meno con me in generale, perché qui ho scoperto alcune dinamiche. Ad esempio ci sono persone che lavorano qui per una stagione e poi tornano indietro, ci possono essere dei contrasti, quindi vorrei prepararmi per il mio futuro, cercando di rimanere in queste dinamiche, per capire se è possibile". (studente)

Come si evince da queste testimonianze, nel gruppo studentesco emergeva  un’attenzione all’apprendimento esperienziale, alla possibilità di intravedere future opportunità lavorative e l’essere parte di un attivismo rurale legato allo sviluppo sostenibile del territorio.


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Una doppia mobilità

Nel caso piemontese, vale la pena menzionare che una parte significativa dei partecipanti arrivava non solo dalle università estere aderenti al consorzio UNITA, bensì dalla stessa Università di Torino. Si trattava, quindi, di una mobilità interna. Alcuni studenti e studentesse che avevano UniTo come “sending institution”, erano in una situazione di “doppia mobilità” in quanto provenienti da altri paesi, in particolare Azerbaigian, Iran e Russia, attraverso programmi di mobilità studentesca paralleli, candidatisi poi al programma Rural Mobility.

Scorcio di Ostana (CN). Lavoro sul campo per focus group con studenti di Mobilità rurale
Scorcio di Ostana (CN). Lavoro sul campo per focus group con studenti di Mobilità rurale

Studenti e studentesse hanno compiuto dunque un doppio spostamento: uno transnazionale, dal paese d’origine all’Italia per motivi di studio, e uno da Torino verso la montagna. In questo caso, le motivazioni espresse riguardo al loro percorso di apprendimento evidenziano il desiderio di conoscere e interagire con il territorio al di fuori del contesto urbano, che avrebbe rappresentato altrimenti la loro unica esperienza in Italia. 

In sintesi, la ricerca ha messo in luce come tali iniziative aiutino a superare alcuni luoghi comuni sulla vita nelle aree rurali, spesso associati alla staticità e alla chiusura. L’incontro tra persone con esperienze e competenze diverse è stato percepito e vissuto come un’occasione di arricchimento e vitalità per i territori coinvolti.

Emerge così una nuova prospettiva per cui le aree rurali non sono solo luoghi da attraversare, ma possano diventare anche punti di partenza per nuovi progetti e cambiamenti, giocando un ruolo attivo.