Storie di ricerca

Giocare è un diritto. Progettare giocattoli accessibili e inclusivi per ogni infanzia

Questo contenuto fa parte del tema del mese: Vite indipendenti

Il gioco viene riconosciuto come l'attività più importante dell’infanzia, poiché svolge un ruolo centrale nello sviluppo di diverse abilità. Tuttavia, nel caso di bambine e bambini con disabilità, il diritto al gioco può essere fortemente limitato perché i contesti e gli oggetti ludici non sono specificamente pensati e progettati in un’ottica inclusiva. Il TUET – Toys & games Usability Evaluation Tool è uno strumento osservativo utile all’analisi e alla progettazione di giocattoli accessibili e usabili.

Nicole Bianquin
Ente

Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università della Valle d’Aosta

Il gioco ha un ruolo centrale durante l’infanzia, poiché favorisce lo sviluppo di abilità cognitive, linguistiche, motorie, emotive e sociali. Nel caso di bambine e bambini con disabilità, il diritto al gioco può essere fortemente limitato perché i contesti e gli oggetti ludici non sono progettati in un’ottica inclusiva o in funzione di una specifica condizione.

La maggior parte dei giocattoli in commercio, infatti, non viene concepita considerando le differenti capacità di bambine e bambini. Tra circa 1600 giocattoli e giochi analizzati dal Centre National de Formation aux Métiers du Jeu et du Jouet (FM2J) in Francia a partire dal 1996, per esempio, solo l’8% è considerato usabile da chi presenta una disabilità. Anche l’Instituto Tecnológico de Producto Infantil y Ocio (AIJU), il centro spagnolo che si occupa di infanzia, ha analizzato 2866 giocattoli e giochi presenti sul mercato, tra il 2007 e il 2017. Di questi, il 21% è risultato adatto a bambine e bambini con disabilità motoria, il 44% a chi ha una  disabilità visiva e l’86% a chi ha una disabilità uditiva. Solo il 5% dei giocattoli è risultato contemporaneamente accessibile per tutte e tre le condizioni considerate.

Le bambine e i bambini con disabilità non hanno bisogno di esperienze separate: dovrebbero crescere e sviluppare le proprie potenzialità con i coetanei, anche attraverso l’uso dei giocattoli già presenti sul mercato.

Infatti, adattamenti del giocattolo successivi al processo di produzione potrebbero stigmatizzare ulteriormente bambini e bambine, richiamando l’attenzione sulla disabilità proprio in relazione al giocattolo insolito e specializzato. Questi ultimi, dunque, dovrebbero essere progettati secondo le logiche dello Universal Design, un approccio alla progettazione anche dei giocattoli secondo cui dovrebbero:  

essere accessibili, flessibili e adattabili rispetto alle esigenze individuali; offrire molteplici scenari di gioco per favorire esperienze multisensoriali e multimodali differenti; fare appello ad abilità cognitive, motorie e sensoriali diversificate; offrire modi semplici per essere usati con successo. 

Per esempio, una palla con colori contrastanti, che vibra ed emette suoni  quando rotola, può essere appropriata per bambine e bambini con differenti tipologie di disabilità. Allo stesso modo, puzzle con superfici con texture diverse, parti in rilievo e immagini semplificate sul retro possono rendere il giocattolo più accessibile. 

Per supportare l’analisi dell’accessibilità del giocattolo e la progettazione di giocattoli inclusivi da parte di adulti che desiderano promuovere il gioco inclusivo (genitori, insegnanti, designer, aziende), è stato realizzato il TUET – Toys & games Usability Evaluation Tool, scaricabile gratuitamente.

Il TUET è uno strumento-guida alla valutazione delle caratteristiche rilevanti dei giocattoli per chi possiede disabilità uditive, visive o motorie degli arti superiori. Partendo dallo scopo ludico del giocattolo e il tipo di gioco che si desidera realizzare (per esempio generare dei suoni tramite un’attività motoria sull’oggetto), il TUET chiede a chi lo utilizza di analizzare le caratteristiche dell’oggetto, focalizzandosi su quali aggiustamenti possano renderlo maggiormente fruibile. 


LEGGI ANCHE
Meritocrazia e abilismo: due facce della stessa esclusione


Il team che ha sviluppato il TUET è composto da Maria Costa (AIJU), Sylvie Ray-Kaeser (University of Applied Sciences and Arts of Western Switzerland) e Odile Operino (FM2J); insieme a Serenella Besio (Università di Bergamo) lo abbiamo tradotto in lingua italiana. Il TUET è attualmente tradotto in 6 lingue e costituisce uno degli esiti del progetto europeo “LUDI – Play for Children with Disabilities” (COST Action TD1309; 2014-2018). 

Il TUET è stato già introdotto in numerosi percorsi formativi rivolti a studenti, insegnanti e designer, suscitando molto interesse poiché consente di compiere scelte consapevoli riguardo i giocattoli da proporre a bambine e bambini, considerando le loro specifiche capacità e abilità.

In questo modo, si favoriscono attività ludiche che rispondono opportunamente alle esigenze di tutte e tutti, promuovendo un’esperienza di gioco divertente. Inoltre, il TUET si è rivelato uno strumento fondamentale a designer e produttori, per guidare lo sviluppo di giocattoli inclusivi e offrendo un supporto nella creazione di prodotti che possano soddisfare le diverse necessità dei bambini.

Per garantire un futuro autenticamente inclusivo nel gioco, è necessario proseguire nello sviluppo di strumenti come il TUET, promuovere la formazione degli adulti coinvolti e favorire una progettazione collaborativa tra educatori, designer e produttori.