Storie di ricerca

Decolonizzare gli archivi storici: riscoprire le voci oscurate delle donne 

Questo contenuto fa parte del tema del mese: Memoria

Negli archivi storici, le voci delle donne provenienti dall’Africa e dal sud del Mediterraneo sono praticamente assenti. Per questo le ricercatrici e i ricercatori di molte università sono al lavoro per ritrovare le storie e le narrazioni di chi ha subito le conseguenze di retaggi coloniali e maschili, che continuano a marcare le nostre società. Attraverso diverse iniziative, queste voci stanno riemergendo e animeranno nuovi archivi decolonizzati.

Spesso, nel corso della storia, i popoli colonizzati hanno visto le proprie storie negate e le proprie narrazioni oscurate, come primo passo per giustificare la violenza coloniale. Questa violenza si è scagliata e si scaglia tuttora in modo più specifico contro le donne, sottoposte a una doppia dominazione: coloniale e maschile.
Per esempio, le modalità con cui le voci delle donne vengono sistematicamente e ripetutamente ignorate in un contesto di violenza estrema come quella del genocidio a Gaza e della colonizzazione israeliana in Cisgiordania, hanno molto in comune con il silenzio imposto alle donne africane nel corso dell’occupazione coloniale europea.

Nella narrazione storica, infatti, le donne arabe e africane sono state marginalizzate come conseguenza di un duplice processo: da un lato, lo sguardo dominante maschile dei documenti conservati negli archivi istituzionali, prodotti da amministratori, missionari e viaggiatori stranieri; dall'altro, è la conseguenza della letteratura storica scritta da studiosi occidentali, arabofoni e africani.

Ciò ha significato – come osservato dalla storica Susan Geiger – che la storia, l'attività e la partecipazione politica delle donne sono letteralmente scomparse, in un processo di produzione di documenti e narrazioni in cui le loro voci sono state ignorate e messe a tacere in maniera sistematica. 

Da questi presupposti è nato “Decolonizzare la storia delle donne: raccolta di archivi e testimonianze orali”, un progetto pilota Starting Grant del consorzio di università europee UNITA - Universitas Montium e coordinato dall’Università di Torino. Il progetto adotta un approccio critico all'archivio, concependolo come un luogo di produzione del sapere niente affatto neutrale e sottolineandone l’impatto sulla narrazione storica. 

Per questo le ricercatrici e i ricercatori che lavorano al progetto cercano di recuperare le storie che hanno resistito all’oblio al di fuori degli archivi istituzionali.

Spesso, infatti, queste sopravvivono negli archivi “viventi” dei corpi e nelle storie orali trasmesse di generazione in generazione, come nell’esempio del lavoro, meticoloso e quotidiano, di trasmissione della memoria collettiva e di preservazione del patrimonio culturale, svolto dalle donne palestinesi nei campi rifugiati.

Di queste “guardiane del fuoco”, queste autrici che mantengono acceso il fuoco della conoscenza e della saggezza per le future generazioni, ci ha parlato Sonia Nimr, scrittrice e accademica dell’Università di Birzeit, nel corso di un workshop che abbiamo organizzato a Torino.

Infatti, all’interno del progetto organizziamo convegni internazionali, workshop, dibattiti pubblici e proiezioni di documentari, in collaborazione col progetto Fuori Campo. Voci e sguardi dalla sponda sud del Mediterraneo (coordinato da Silvia Nugara, del Dipartimento di Culture, Politica e Società). Queste iniziative sono volte a far conoscere storie e narrazioni che attraversano i confini e a rafforzare e promuovere la cooperazione accademica tra UNITA e le università del sud del Mediterraneo e dell’Africa.

Algeri, 1991 (Rafik Zaiki)
Algeri, 1991 (Rafik Zaiki)

Seguiamo le tracce e ricuciamo i frammenti sparsi delle scritture femminili, riannodiamo i fili spezzati delle relazioni che si intrecciarono – tramite incontri, riunioni pubbliche e corrispondenze private – tra militanti e attiviste delle due sponde del Mediterraneo. Le nostre iniziative permettono di ritrovare, preservare, rendere accessibili e visibili le tracce materiali di tutte queste lotte dimenticate.

Un altro esempio è stato l’incontro Il Mediterraneo dei Futuro. Gli archivi delle donne tra Italia e Nord Africa, che si è svolto presso l’Archivio delle donne in Piemonte nell’ambito del Festival Archivissima. In questa occasione abbiamo messo in dialogo gli scritti conservati a Torino da Mariateresa Battaglino sui movimenti delle donne in Algeria negli anni Ottanta e Novanta, con il lavoro svolto dal collettivo di storiche e antropologhe algerine dell’Archive des luttes des femmes en Algérie. I documenti torinesi hanno aggiunto un ulteriore tassello al lavoro di raccolta di dichiarazioni, resoconti, volantini, poster, riviste femministe, svolto dal collettivo: un archivio digitale sul movimento di donne e di femministe algerine

I processi di decolonizzazione hanno visto l'emergere di attiviste impegnate nei movimenti anticoloniali, antirazzisti e panafricani, ma anche di scrittrici, militanti e giornaliste che sono entrate nel dibattito pubblico attraverso diverse pratiche di scrittura. Le loro voci si sono fatte sentire sulla carta stampata, con articoli e rubriche in riviste, nella memorialistica e nella scrittura (auto)biografica.  Le loro testimonianze, perlopiù frammentarie e sparse per il Mediterraneo, sono talvolta dimenticate in scatole, soffitte e cassetti di case private. Aspettano soltanto di essere raccolte, e raccontate.