Indovina chi abitava qui? Due passi in città per scoprire illustri scienziati del passato

Una passeggiata per le vie di san Salvario facendo una tappa davanti alle residenze di illustri scienziati torinesi vissuti a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Questa la proposta dell’ASTUT in tre diversi pomeriggi di maggio in occasione delle Settimane della Scienza

“Mi chiamo Edoardo Perroncito, chissà se qualcuno di voi ha già sentito il mio nome? Sono nato nel 1847 in una umile famiglia a Viale d’Asti e dopo le scuole superiori ho ottenuto un posto gratuito alla Regia Scuola Superiore di Medicina Veterinaria di Torino. Così a vent’anni sono diventato un veterinario e in seguito ho ottenuto la cattedra di Anatomia Patologica e poi quella di Parassitologia, la prima istituita in Italia. Mi ero sempre occupato di microbiologia e parassitologia, incuriosito dalla diffusione e dalle possibili cure di gravi malattie di quelli che oggi chiamiamo “animali da reddito”, come bovini ed equini importanti ai miei tempi anche in agricoltura dato che il processo di meccanizzazione non si era ancora avviato.


Ritratto di Edoardo Perroncito

Nel 1879 mi fu fatta una richiesta particolare: studiare la grave anemia che colpiva, portandoli quasi sempre alla morte, i minatori occupati nello scavo della galleria del San Gottardo. Mi recai sul posto dove notai le pessime condizioni igieniche in cui lavoravano questi uomini e assistetti all’autopsia di uno dei malati: il suo duodeno conteneva migliaia di piccoli vermi. Ne prelevai un piccolo campione e mi misi al lavoro. Identificai il parassita, si trattava di Ancylostoma duodenalis, e dopo svariati tentativi trovai che l’estratto etereo di felce maschio permetteva di debellarlo.
Questo rimedio, unito a un miglioramento delle condizioni igieniche delle gallerie, fece sì che da quel momento questa patologia non fosse più il flagello dei minatori. Sono così diventato una celebrità, e non solo in Italia! Ho portato avanti le mie battaglie per far capire l’importanza dell’igiene e della diffusione delle vaccinazioni, soprattutto quella contro il carbonchio, che colpiva non solo il bestiame ma anche gli esseri umani.
Il governo italiano mi dette l’incarico di studiare il vaccino preparato da Pasteur per prevenire questa malattia. Mi recai in Francia e, avuta la conferma della validità del metodo, nel 1887 organizzai a Torino un laboratorio per la sua produzione: nacque così il laboratorio Pasteur, in onore dello scienziato francese di cui ebbi sempre molta stima e con il quale continuai a collaborare nello studio di altre patologie degli animali, come la rabbia e il colera dei polli. Mi occupai anche di apicoltura e di bachicoltura, che ai tempi era una risorsa economica importante per le famiglie contadine.
Appena arrivato a Torino trovai casa in via Bidone, al numero 26, e poi mi trasferii in corso Valentino, l’attuale corso Marconi, dove oggi sorge un moderno condominio. Nella bella stagione mi trasferivo a Cavoretto, dove, nel 1884, creai un museo Bacologico, trasformandolo poi nel 1911 in Museo di Apicoltura e Bachicoltura, ma ahimè! Alla fine degli anni ’20 il museo fu chiuso e poi completamente smantellato...
Tutte le carte relative ai miei studi mi risulta siano andate perdute durante la seconda guerra mondiale, ma rimane la mia collezione di oltre 500 preparati di parassitologia che sono ben conservati e valorizzati in una sala del museo di Scienze Veterinarie a Grugliasco, dove ora ha la sede il Dipartimento di Scienze Veterinarie: il museo è aperto su appuntamento e potete ancora osservare gli oggetti delle mie ricerche. All’ingresso del viale che porta alla mia abitazione di Cavoretto si vede ancora oggi la targa Villa Perroncito. La casa era grande, così in seguito al terremoto di Messina del 1908 e durante la prima guerra mondiale misi a disposizione parte dei locali per ospitare gli sfollati e i figli di coloro che erano stati richiamati alle armi. Sono morto nel 1936 e riposo nel cimitero di Pavia.”

Si tratta di uno dei racconti di Indovina chi abitava qui? la passeggiata organizzata in occasione delle Settimane della Scienza (maggio 2019) con cui l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell'Università di Torino ha voluto far conoscere i luoghi dove abitavano illustri scienziati vissuti tra la fine dell'800 e l’inizio del '900. Si tratta di figure che hanno svolto un ruolo importante sia nell’Ateneo torinese sia nella vita civile del regno d’Italia. Parte dei loro strumenti strumenti di lavoro, documenti e carte sono conservati nei magazzini dell’ASTUT.


Indovina chi abitava qui? 

Dato che i nostri magazzini e le nostre sale espositive per problemi di sicurezza sono attualmente chiusi al pubblico, ho pensato di far uscire virtualmente parte del nostro patrimonio museale organizzando queste visite in uno dei quartieri di Torino dove abitavano molti professori universitari. Recarsi davanti a queste case è stato il punto di partenza e il pretesto per raccontare la loro biografia, le attività, le ricerche e il loro impegno civile. L’idea è nata sfogliando alcuni degli Annuari dell’Università: nelle ultime pagine si trova sempre un breve capitolo intitolato “Dimora del personale scientifico, amministrativo e di servizio”: in ordine alfabetico sono riportati i nomi di tutto il personale, docente e non, con i relativi domicili. Mi sono così trasformata in guida turistica e ho costruito un percorso che in poco meno di due ore ha permesso di conoscere sette personalità straordinarie.

Ecco le tappe della passeggiata:
Via Bidone, 26 Abitazione di Edoardo Perroncito (parassitologo);
Via Campana 34-36 Abitazione di Giulio Bizzozero (patologo);
Via Ormea 40 Abitazione di Giuseppe Gibelli (botanico);
Via Madama Cristina 34 Abitazione di Angelo Mosso (fisiologo);
C.so Marconi 11 Abitazione di Icilio Guareschi (farmacologo);
Via S. Anselmo 6 Abitazione di Andrea Naccari (fisico);
Via Madama Cristina, 11 Nicodemo Jadanza (geodeta).

L’iniziativa ha avuto un bel riscontro nei partecipanti: tutti i protagonisti della passeggiata erano da loro poco conosciuti, molta era la curiosità e soprattutto lo stupore nel conoscere aspetti importanti della loro vita e delle loro attività. Non ci aspettavamo un tale successo, tanto che, a causa di un limitato numero di posti, abbiamo dovuto rifiutare molte prenotazioni. Speriamo di ripetere questa esperienza, magari creando anche altri percorsi in altri quartieri della città.


A spasso per San Salvario a Torino alla scoperta della storia di uno dei 7 scienziati

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un racconto di

Mara Fausone
dipartimento / struttura

rivolto a

TIPO DI ATTIVITÀ

Pubblicato il

01 ottobre 2019

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