Scienza e tecnologia
Dalla Luna a Marte: l’importanza di trasmettere ai giovani il fascino dell’astrofisica

Il fantastico volo dell’Apollo 11 ha liberato l’umanità dalla “prigione” Terra. Dopo 50 anni esistono le tecnologie per portare l’uomo più in là, verso Marte. Per rendere il futuro affascinante, degno di essere vissuto in un continuo progresso di conoscenze, occorre tentare questa nuova avventura: un appello al coraggio dei giovani di oggi.

La componente più affascinante e stimolante della ricerca astrofisica, più di qualunque altro campo di ricerca, è, a mio avviso, la sua serendipity (serendipità), cioè la sua ricca imprevedibilità: serendipity è cercare l’ago in un pagliaio e trovarci un sacco di monete. Questo si è verificato per ogni missione spaziale, programmata per ricerche specifiche, ma che sempre provoca nuove domande in direzioni inattese. Il cosmo è ancora tutto da scoprire. Con questo spirito e con l’esperienza decennale di ricerca in questo campo organizzo e seguo le attività di Public Engagement che svolgo insieme a all’Osservatorio Astrofisico di Torino e all’Università di Torino, al Museo dell’Astronomia e dello Spazio INFINI.TO dove impegno me stesso e ricercatori di tutto il mondo a divulgare l’astrofisica, soprattutto ai giovani.

Studenti del liceo in visita all'Osservatorio Astrofisico di Torino, 2015.

INFINI.TO è nato 12 anni fa dalla collaborazione dell’Università di Torino e l’Istituto Nazionale di Astrofisica, costruito di fianco all’Osservatorio Astrofisico per garantire il contatto permanente tra il mondo della ricerca e quello della comunicazione scientifica. Si tratta di un centro di assoluta unicità a livello nazionale, un vero e proprio “science centre” centrato sui temi dell’astrofisica e fisica spaziale, ma con risvolti importanti nel campo delle astroparticelle e dell’astrobiologia. Attualmente fa parte di INFINI.TO anche l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

In questi anni ho creato un gruppo di “animatori scientifici” assolutamente originale nel panorama italiano, capace di comunicare il fascino delle scoperte nel campo dell’astronomia e della fisica, di realizzare spettacoli nel planetario digitale, uno dei più avanzati a livello europeo, e di organizzare mostre e conferenze di scienziati illustri. Sono stati a INFINI.TO i premi Nobel Riccardo Giacconi, padre dell’astronomia X, e Kip Thorne, uno dei padri del progetto LIGO/Virgo per la rivelazione delle onde gravitazionali. Nel 2018 abbiamo celebrato i 50 anni dalla scoperta delle pulsar con Jocelyn Bell che aveva appena ricevuto il Breakthrough Prize proprio per tale scoperta. Abbiamo avuto Margeret Geller, l’astrofisica che ha ottenuto la prima mappa della distribuzione tridimensionale delle galassie e che ha avuto la laurea honoris causa dell’Università di Torino. E proprio in relazione con lo sbarco dell’uomo sulla Luna, ci ha raccontato la sua esperienza unica Charlie Duke, sceso appunto sulla Luna nel 1972 con la missione Apollo 16; tornerà ancora da noi proprio quest’anno per un evento celebrativo di grande risonanza.

Foto scattata da Charles Duke durante la missione Apollo 16, 1972.

Ma sono stati protagonisti di eventi i ricercatori dell’Università di Torino per raccontarci i loro risultati nel campo dell’astrofisica teorica, delle astroparticelle, della cosmologia. Con il loro contributo i nostri animatori hanno potuto creare postazioni scientifiche originali e laboratori per le scuole. Nello spirito del public engagement e della terza missione questi laboratori sono anche utilizzati per il pubblico degli adulti in eventi che vengono tenuti regolarmente nei weekend.
INFINI.TO organizza inoltre convegni a livello nazionale in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici su temi che vengono affrontati dalle “due culture”. I temi sono stati finora: le stelle, l’acqua, il tempo.

Così come 50 anni fa ero un giovane entusiasta del primo passo di un uomo sulla Luna auguro ai giovani di oggi che visitano INFINI.TO lo stesso slancio nello spostare la meta dell’esplorazione più in là. Le ricadute dei voli dell’Apollo sono state molteplici, ben superiori agli investimenti: per esempio tutta la tecnologia dei super-computer, dei sistemi di navigazione e dei collegamenti internet su scala globale, quella che nessun romanzo di fantascienza aveva neppure immaginato, è nata proprio dal progetto Apollo per guidare e connettere gli astronauti.
Da sempre il progresso dell’umanità dipende dalla voglia di conoscere ed esplorare: i passi verso l’ignoto sono quelli che ci permettono di estendere i nostri limiti ed essere pronti a superare catastrofi che nei millenni passati ci hanno minacciato di estinzione e nei prossimi ci minacceranno. Andare su Marte, oltre a essere una meravigliosa avventura, ci permetterà di comprendere come difendere la nostra bellissima Terra. E allora mi auguro che proprio alcuni di quei giovani che incontro a INFINI.TO, avamposti dell’umanità, a fare il balzo ancora più ambizioso verso Marte.

Riferimenti
Oriana Fallaci, La Luna di Oriana, Rizzoli (2018)
Giovanni Caprara, Rosso Marte, UTET DeAgostini (2016)

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un racconto di

Attilio Ferrari
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Pubblicato il

09 luglio 2019

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