Per garantire la propria sopravvivenza e per poter diffondersi all’interno dell’organismo, tramite il processo di metastatizzazione, le masse tumorali necessitano di un supporto di nutrienti e ossigeno che gli viene garantito dal sistema sanguigno e linfatico. Di conseguenza, da diversi decenni la ricerca scientifica si propone di inibire il processo di vascolarizzazione con lo scopo di “affamare” il tumore stesso.
In questo contesto i canali ionici appaiono come i bersagli molecolari più adatti: hanno infatti un ruolo chiave in diversi processi biologici, e per questo vengono già usati come bersaglio per la cura di diverse patologie. Circa il 15 per cento dei farmaci conosciuti hanno un’azione primaria sui canali ionici sottolineando quindi come queste proteine siano un bersaglio promettente nelle terapie oncologiche. Per esempio, tra i modulatori dei canali ionici sono ampiamente utilizzati farmaci per la cura di diabete, ipertensione, aritmie cardiache, terapia del dolore, insonnia, disturbi di natura ansiosa, epilessia.
D’altra parte i canali ionici sono coinvolti nei diversi processi chiave della progressione tumorale tra cui, appunto, la vascolarizzazione. In quest’ottica possono quindi essere considerati come possibili nuovi bersagli per terapie anti-tumorali.