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Latte di montagna: qualità nutraceutica per valorizzare le risorse pastorali

La montagna e la collina si prestano all’allevamento estensivo con alimentazione dei ruminanti basata su foraggi come erba di pascolo e fieni; il latte e la carne raggiungono così un profilo nutrizionale più favorevole all’alimentazione umana rispetto a sistemi produttivi più convenzionali

Gli ambienti marginali montani e collinari si prestano bene a un allevamento estensivo degli animali basato su foraggi come erba di pascolo e fieni. Le produzioni di latte e carne ottenibili hanno un profilo nutrizionale più favorevole all’alimentazione umana in termini di rapporto tra acidi grassi saturi e insaturi e contenuto in antiossidanti, rispetto ad analoghi prodotti da allevamenti più intensivi.
Il gruppo di ricerca coordinato da pastoralisti e zootecnici ha lavorato all’organizzazione delle filiere: dalla caratterizzazione dei foraggi, dei sistemi di allevamento, della qualità dei prodotti, attraverso i processi di trasformazione e valutando gli aspetti commerciali e le risposte dei consumatori.
Per le filiere latte è stato implementato anche in Piemonte il modello Latte Nobile®, marchio che sta trovando in tutta Italia un ottimo riconoscimento da parte dei consumatori, nell’ambito della ristorazione e tra i produttori di formaggi freschi, stagionati e gelati. L’adozione di modelli di allevamento-produzione sostenibili, come quello Latte Nobile®, consente alle aziende zootecniche di migliorare il proprio posizionamento sui mercati, grazie ai prezzi più elevati spuntati dai prodotti e aiuta a superare la crisi, sempre più drammatica, del comparto latte. Al tempo stesso viene favorita la permanenza delle aziende nelle aree marginali, condizione essenziale per evitare il degrado del territorio, grazie anche ai numerosi servizi ecosistemici forniti.


impatto sulla società

La diffusione dei prodotti da erba e da fieno ha un impatto sociale evidentissimo poiché migliora la qualità dell’alimentazione in una società nella quale il consumo di prodotti di origine animale è tradizionalmente importante e difficilmente sostituibile. Inoltre l’organizzazione delle filiere migliora la redditività delle aziende, contribuendo a mantenere vivo il mercato del lavoro e il tessuto sociale di comunità spesso isolate, creando un indotto di utilizzatori secondari dei prodotti e di fornitori di beni e servizi con numerosi vantaggi per l’intera collettività.



Questa storia di ricerca si trova in:


referente

Luca Maria Battaglini
Giampiero Lombardi
gruppo di lavoro

Michele Lonati
Antonio Mimosi
Paolo Cornale
Manuela Renna
dipartimento

partner


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