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Disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi d'ansia: aspetti clinici e strategie terapeutiche

La ricerca si propone di indagare aspetti clinici del rapporto tra disturbo ossessivo-compulsivo e altri disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo, con particolare attenzione al disturbo da accumulo. La ricerca si propone altresì di delineare le migliori strategie terapeutiche per questo disturbo

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) ha una prevalenza del 2-3 per cento e coinvolge pesantemente, in termini di compromissione funzionale e impatto sulla qualità della vita, sia i pazienti sia i familiari (coinvolgimento diretto nei sintomi - Family Accommodation). Solo con la pubblicazione del DSM-5 è stata riconosciuta l'autonomia nosografica di tale disturbo, separato quindi dagli altri disturbi d'ansia.
La ricerca in atto prevede di approfondire innanzitutto la relazione tra il DOC e gli altri disturbi psichiatrici a esso simili per caratteristiche psicopatologiche, con particolare attenzione al disturbo da accumulo (hoarding disorder). Ci proponiamo di indagare il coinvolgimento dei familiari e delineare strategie terapeutiche e/o psicoeducazionali rivolte ai familiari. Attenzione particolare viene data allo studio dell'impatto della durata di malattia non trattata.
Dal punto di vista terapeutico, ci si propone di approfondire le migliori strategie di intervento per i casi resistenti alle terapie di prima scelta (che consistono in antidepressivi inibitori del reuptake della serotonina); in particolare stiamo indagando l'impiego in potenziamento dei farmaci antipsicotici, cercando di differenziare tra i vari composti appartenenti a questa classe farmacologica che non sono tutti uguali da un punto di vista farmacodinamico. Stiamo cercando inoltre di delineare le migliori strategie terapeutiche per i casi che si presentano in comorbidità con il disturbo bipolare.


impatto sulla società

Il disturbo ossessivo-compulsivo è tuttora poco riconosciuto, con la conseguenza negativa di una lunga durata di malattia non trattata. L'identificazione dei fattori che ritardano la diagnosi e l'impostazione di un corretto trattamento consentirà di prevenire complicanze e impedire lo sviluppo di una resistenza ai trattamenti. Identificare inoltre strategie terapeutiche diverse da quelle attuali, con il coinvolgimento nel processo terapeutico anche dei familiari, consentirà di trattare efficacemente il disturbo fino alla completa remissione della sintomatologia.



referente

Umberto Albert
gruppo di lavoro

Giuseppe Maina
Gianluca Rosso
dipartimento


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