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COME SI APRONO GLI OCEANI

Studiando le rocce affioranti nelle Alpi, nei margini di placche divergenti e i campioni prelevati dai fondali oceanici attuali, è possibile ricostruire i processi responsabili dell'assottigliamento delle placche continentali e dell'apertura degli oceani.

La formazione degli oceani avviene in seguito a movimenti divergenti delle placche continentali, che provocano il loro progressivo assottigliamento fino alla completa lacerazione e alla produzione di crosta oceanica. Per studiarne i processi coinvolti i geologi possono effettuare osservazioni dirette sulle placche continentali attualmente in distensione (Rift valley, Etiopia), su campioni provenienti dai sondaggi effettuati sui fondali oceanici attuali, oppure nelle catene montuose come le Alpi dove intere sezioni di antichi oceani sono tutt'ora preservate.
Lo scopo della nostra ricerca è quello di investigare le tappe evolutive dell'apertura di un oceano. Cerchiamo di ricostruire le geometrie e le strutture dei margini continentali, della zona di passaggio alla crosta oceanica e delle dorsali oceaniche, di investigare le condizioni di deformazione e di pressione e temperatura alle quali sono state sottoposte le rocce di crosta e mantello coinvolte, di comprendere i meccanismi di deposizione dei sedimenti e le geometrie dei corpi sedimentari, e di analizzare le caratteristiche fisico-chimiche e le modalità di risalita di magmi e fluidi idrotermali. Gli strumenti principali della nostra ricerca sono le attività di terreno (cartografia geologica, analisi stratigrafica e strutturale) accompagnate dallo studio al microscopio ottico ed elettronico dei campioni di rocce, e le analisi di laboratorio per determinare composizione mineralogica, chimica, età e condizioni di formazione.


impatto sulla società

I dati che emergeranno dalle nostre ricerche forniranno un contributo all'elaborazione di modelli previsionali sulla possibile presenza di giacimenti di idrocarburi nei margini continentali distali, in quei contesti dove, negli ultimi anni, si stanno orientando gli sforzi esplorativi delle maggiori compagnie petrolifere. Una migliore conoscenza delle strutture e dei processi che controllano l'evoluzione dei margini continentali può inoltre contribuire alla mitigazione dei rischi naturali da tsunami innescati da grandi frane sottomarine che interessano tali margini continentali.


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referente

Carlo Bertok
gruppo di lavoro

Gianni Balestro
Rodolfo Carosi
Anna Raffaella D'ATRI
Simona Ferrando
Luca Martire
Andrea Festa
Nicolo Incerpi
Luca Barale
Christophe Real
dipartimento

partner


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