I paesi europei hanno alle loro spalle un'ampia gamma di passati traumatici, legati in particolare alle guerre e alle dittature del Novecento. Le persecuzioni di gruppi etnici o politici, le distruzioni massicce, le violenze sui civili, lo spostamento forzato di gruppi di popolazione rappresentano ancora oggi coaguli di memoria dolente, così come le lotte dei movimenti di resistenza e opposizione. I cambiamenti avvenuti dopo lo sgretolamento dell'URSS inducono a una riflessione sul complessivo passato europeo, tanto più urgente a fronte dei fenomeni di matrice nazionalista e xenofoba di questi ultimi decenni.
Le memorie di questi eventi traumatici hanno inciso profondamente sull'identità sia dei testimoni diretti sia delle generazioni successive, generando diverse forme di narrazione, ognuna legata a un peculiare gruppo etnico, politico, nazionale, generazionale, di genere. Ogni memoria ha dato origine a specifiche forme di narrazione e di commemorazione, nonché a divergenti interpretazioni, determinando situazioni di attrito e conflitto. A livello statale le narrazioni ufficiali trovano espressione nei curricula scolastici, nei materiali didattici, nei musei e nei monumenti, e in tutte quelle iniziative politiche che mirano alla commemorazione o pacificazione e riconciliazione con altre nazioni o determinati gruppi etnici e politici. A livello informale tali narrazioni trovano espressione nella produzione artistica (letteratura, cinema, arti, media).