La nostra specie è altamente sociale. Gli esseri umani sono costantemente coinvolti in interazioni complesse di varia natura: comunicano per scambiarsi informazioni, acquisiscono nuove competenze osservando e imitando gli altri, sviluppano legami affettivi. Un'idea emergente nell'ambito delle scienze psicologiche è che, per gestire adeguatamente questa complessità, gli esseri umani abbiano evoluto sistemi neurocognitivi specificamente deputati, grazie ai quali è possibile andare oltre la superficie costituita dai comportamenti altrui e risalire agli stati mentali che li determinano. Tra questi sistemi, la Teoria della Mente gioca un ruolo chiave in tutte le forme di interazione sociale.
In questa prospettiva è di cruciale importanza la teoria dell'attaccamento sviluppata da John Bowlby (1907-1990) e descritta come il tentativo di rifondare le teorie sullo sviluppo psicologico alla luce della moderna biologia e in particolare in una prospettiva evoluzionistica, descrivendo il legame affettivo che si struttura tra il bambino e il caregiver nei termini di una predisposizione biologica primaria vantaggiosa per la sopravvivenza.
Questa teoria ben esemplifica la più recente indagine scientifica nell'ambito delle neuroscienze della mente, un dominio di ricerca caratterizzato dall'attenzione interdisciplinare ai diversi livelli di analisi (psicologico, neurofisiologico, neuroendocrino, genetico e sociale) che contribuiscono alla comprensione di fenomeni complessi di ambito clinico.