La «questione giustizia» nel settore societario e commerciale è divenuta, negli ultimi tempi, improcrastinabile. I recenti interventi, che hanno portato alla creazione dei «tribunali delle imprese», muovono nella corretta direzione di favorire la crescita di sezioni dotate di elevata specializzazione e alta competenza in questo campo, dunque in grado di rispondere più adeguatamente alle esigenze delle imprese. Occorre tuttavia anche lavorare per ridurre il numero dei processi civili e l’arbitrato â€" che è una forma di giudizio affidata a giudici «privati» indipendenti, scelti dalle parti o da un terzo â€" rappresenta un’alternativa reale.
L’intervento di maggior respiro sul punto è avvenuto nel 2003 in occasione della riforma societaria (artt. 34-35-36 d.lgs. 5/2003), che ha introdotto una disciplina di arbitrato innovativa. I risultati tuttavia sono stati poco lusinghieri: l’arbitrato societario è stato bersagliato da critiche serrate e, paradossalmente, ha incrementato quel contenzioso che mirava a ridurre. Basti solo un dato: fra tutti gli istituti della riforma societaria, l’arbitrato è fra quelli che ha generato il maggior contenzioso giudiziario. Anche gli interventi della Cassazione, pur autorevoli, sono risultati non del tutto chiarificatori.
La presente ricerca intende dunque approfondire le criticità della materia, le opzioni di autonomia privata, le prospettive di riforma.