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Quando le mani parlano: un’esplorazione molecolare del touch DNA

Quanto DNA umano c’è sulle superficie delle nostre mani? Di chi è e da dove proviene? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con tecniche di biologia molecolare. I risultati ottenuti hanno interessanti implicazioni per le indagini giudiziarie basate su touch DNA

Le moderne tecniche di genetica forense consentono di caratterizzare il DNA di tracce infinitesimali rinvenute in sede di sopralluogo, come quelle depositate per manipolazione di oggetti “touch DNA”. Molte delle dinamiche di rilascio del touch DNA rimangono avvolte nel mistero. Da quali cellule deriva? C'è una propensione individuale a depositare DNA mediante manipolazione? Quanti di noi trasportano, e dunque trasferiscono sugli oggetti toccati, il DNA di altre persone (trasferimento secondario)?

Abbiamo campionato con diverse modalità (tamponi asciutti e bagnati, nastro adesivo) la superficie palmare delle mani di volontari di ambo i sessi, esaminandone il contenuto di DNA e RNA umano. Nella frazione di RNA abbiamo analizzato molecole tessuto specifiche (RNA messaggeri, mRNA), per determinare i tipi di cellule presenti. Abbiamo poi determinato la quantità e l’integrità del DNA in ciascun campione e la percentuale di esso attribuibile al donatore comparandolo con DNA di raffronto ottenuto da saliva.
Abbiamo così osservato che sul 15% dei campioni palmari erano presenti, oltre a mRNA derivanti da cellule epidermiche, quelli tipici di altri tessuti, in particolare saliva e sangue. Proprio questi campioni contenevano in media più DNA: saliva e sangue sono assai più ricchi di cellule nucleate, rispetto agli strati superficiali dell’epidermide. Quantità significativamente maggiori di DNA, che era anche più integro, sono state isolate dalle mani di donatori maschi. Le mani femminili presentavano invece percentuali più elevate di commistione di DNA con quello di altri soggetti (30% dei casi, contro l’8% dei maschi). È ragionevole sospettare che ciò dipenda da una differenza di genere nella cura igienica delle mani! In pratica, sulle mani mediamente più “pulite” delle donne è più facile rinvenire tracce di DNA estraneo.

Emergono alcuni spunti interessanti per l’interpretazione in sede giudiziaria di tracce touch DNA:
1) non si può escludere a priori il trasferimento secondario, oltre che di DNA, di materiale biologico diverso da cute (ad es. sangue);
2) i maschi sono, in generale, maggiormente propensi al trasferimento di DNA per contatto, ma il trasferimento secondario è più probabile da mani femminili;
3) il campionamento delle superfici palmari può fornire informazioni su contatti recenti tra individui.
Un’interessante osservazione collaterale, che stiamo ora approfondendo, è la scarsa efficienza dell’analisi di mRNA in campioni palmari raccolti con la modalità di prelievo che, al momento, è quella prevalente in corso di sopralluogo: il tampone imbevuto di acqua sterile. L’RNA è una molecola estremamente fragile e sensibile ai fenomeni idrolitici. Poiché l’analisi di mRNA per la diagnosi tissutale è destinata a diventare, nel prossimo futuro, un aspetto integrale delle indagini forensi è dunque necessario sperimentare l’utilizzo di liquidi d’imbibizione “RNA friendly”, alternativi ad acqua.

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un racconto di
Carlo Robino
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

03 gennaio 2017

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