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Ritorno al futuro: studiare le malattie delle piante nel clima che verrà

Foto: Christian Holzinger / Unsplash

Tra aumenti di temperatura e di concentrazione di anidride carbonica cosa dobbiamo aspettarci per quanto riguarda la salute delle piante di cui ci nutriamo? Al Centro Agroinnova di UniTo cerchiamo le risposte tramite speciali macchine del tempo: i fitotroni, camere di crescita in cui simuliamo le condizioni ambientali che si avranno nei prossimi decenni. Per non farci trovare impreparati. 

I cambiamenti climatici sono ormai una realtà e secondo il Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) è previsto entro al fine del secolo un aumento del riscaldamento globale di almeno 1,5-2°C. Tra le probabili conseguenze: l'innalzamento del livello del mare, la desertificazione di molti territori, la perdita di habitat e specie naturali e la diminuzione delle calotte glaciali. Tali effetti sono dovuti principalmente alle emissioni di gas serra, tra cui l’anidride carbonica (CO2), la cui concentrazione in atmosfera ha ormai superato 400 parti per milione (ppm), mentre era di 370 ppm a inizio millennio e di 320 ppm negli anni '60.

Ѐ possibile studiare già oggi quali impatti avranno i cambiamenti climatici sulle piante?
Ebbene sì. Viaggiando nel tempo fino all’anno 3020! Nei laboratori di AgroInnova, a Grugliasco (Torino), sono in funzione dei fitotroni, complessi di camere di crescita che permettono di ricreare “in laboratorio” le condizioni ambientali del nostro pianeta tra decenni e addirittura secoli. Possiamo modificare la temperatura, la concentrazione di anidride carbonica, la luce e l'umidità in modo da ricreare le condizioni ambientali che avremo in futuro sulla base dei modelli predittivi elaborati dai climatologi. Vere e proprie ”macchine del tempo” in cui studiamo non solo l'adattabilità delle piante al variare delle condizioni climatiche future, ma anche come i patogeni vegetali cambiano comportamento e si adattano.

Quali conseguenze possiamo quindi aspettarci sulla salute delle piante?
Ѐ noto che gli aumenti di anidride carbonica e della temperatura inducono effetti complessi sui patogeni delle piante. Nei fitotroni di AgroInnova negli ultimi 15 anni abbiamo studiato piante come la vite, ma anche ortaggi (basilico, lattuga, rucola, fagiolo, zucchino) e specie ornamentali (gerani). Nella maggior parte dei casi l’interazione combinata tra alta concentrazione di CO2 ed elevata temperatura è stata in grado di aumentare la gravità di malattie e funghi patogeni come il mal bianco dello zucchino, l’Alternaria su rucola, il Colletotrichum e la peronospora su basilico, Phoma su bietola, Allophoma tropica su lattuga. A complicare la situazione si aggiunge il possibile effetto dei cambiamenti climatici sulla produzione di micotossine, ovvero di metaboliti secondari, tossici per gli animali e in alcuni casi anche per l’essere umano, prodotti da parte dei microrganismi patogeni.

Cambiamenti climatici, malattie delle piante sempre più aggressive, tossine negli alimenti: siamo destinati all’estinzione? Difficile avere una risposta netta, quello che possiamo fare è che ci stiamo preparando per capire come reagire e prevenire alcuni problemi. Gli studi condotti in fitotrone, consentendo di simulare le condizioni future, sono molto utili non solo perché permettono di “viaggiare nel tempo” e raccogliere dati su quanto accadrà alle piante nei prossimi anni. Stiamo infatti anche valutando l’efficacia di diversi mezzi di lotta ai patogeni delle piante in condizioni simulate di cambiamento climatico, con l’obiettivo di ottenere informazioni concrete e utili per impostare le più corrette strategie di difesa tenendo conto dei nuovi, futuri scenari.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Massimo Pugliese
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

10 luglio 2020

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