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Cibo, Agricoltura e Allevamenti

Quando sbarcò la Quinta Armata i pini ne fecero una malattia

Sbarco ad Anzio delle truppe della Quinta Armata americana, 1944.

Tutto è iniziato nell’estate del 1944 quando la Quinta Armata statunitense, nella sua avanzata di liberazione dal fascismo, occupò l’attuale Tenuta Presidenziale di Castelporziano portando con sé materiale legnoso infetto dal fungo Heterobasidion irregulare, che porta le conifere a gravi marciumi radicali. Qui vi raccontiamo come, in collaborazione con l’Università della California e grazie a sofisticate tecniche di biologia molecolare, abbiamo ricostruito questa storia avvincente.

Plagiando il titolo di un articolo pubblicato dal settimanale Il Venerdì di Repubblica (n. 844, 104-105) nel 2004, ripropongo la storia, piuttosto curiosa, che ha avuto come protagonisti un fungo patogeno dei pini e un manipolo di ricercatori dell’Università di Torino e dell’Università della California a Berkeley. Nonostante i fatti non siano nuovi, il tema è molto attuale. Per il suo impatto, la storia è stata recensita non solo da Il Venerdì, ma anche da quotidiani e riviste a tiratura internazionale, quali ad esempio The Times (London), Nature e The Lancet, per citarne alcuni.

2002, Roma. Alcuni pini domestici (Pinus pinea) della Tenuta Presidenziale di Castelporziano vanno incontro a rovinosi marciumi radicali. La colpa è di funghi del genere Heterobasidion, tra i più temibili patogeni forestali a livello mondiale. Prelevati alcuni corpi fruttiferi di Heterobasidion dai focolai di infezione e sottoposti ad analisi del DNA, questi non risultano riconducibili a nessuna delle specie europee del fungo, neppure ad H. annosum, che per le sue caratteristiche ecologiche è lecito attendersi in quelle zone. Un’analisi filogenetica delle sequenze di DNA dimostra invece che i ceppi di Heterobasidion prelevati a Castelporziano appartengono alla specie nordamericana H. irregulare e ne restringe inoltre l’origine ad alcune regioni degli Stati Uniti sud orientali.

L’ipotesi che il patogeno possa essere stato introdotto con piantine infette viene scartata poiché l'area di Castelporziano, il cui accesso è severamente controllato, presenta una flora quasi completamente autoctona. L’introduzione è allora avvenuta probabilmente attraverso il trasporto di pallets o altro materiale legnoso infetto non trattato, come da prassi durante la seconda guerra mondiale, da parte della V Armata statunitense, che occupò i suoli della Tenuta nell’estate del 1944. I risultati di uno studio più recente di genetica di popolazione di H. irregulare in Italia confermano che l’introduzione è riconducibile all’area di Castelporziano ed escludono che vi possano essere state introduzioni in punti diversi del suo attuale areale di invasione.

Ma come è possibile che una problematica fitosanitaria di tale entità sia emersa dopo ben 60 anni? La risposta risiede da un lato nella biologia del fungo, che dopo l’insediamento mediante spore si trasmette con una certa lentezza da pianta a pianta sfruttando i contatti tra radici. Tuttavia, l’indistinguibilità su base morfologica tra H. irregulare e la specie europea H. annosum ha certamente giocato un ruolo decisivo nell’impedire una pronta individuazione del fenomeno. Senza lo sviluppo e l’applicazione di sofisticate tecniche di biologia molecolare sarebbe stato impossibile accorgersi di questa invasione biologica, che sta destando molta preoccupazione in Europa poiché il patogeno è più aggressivo rispetto alla specie nostrana H. annosum, con la quale purtroppo si sta anche ibridando.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Paolo Gonthier
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

16 luglio 2020

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