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Il primo ragno italiano nella lista delle specie minacciate

Il primo ragno italiano inserito nella lista delle specie minacciate è Vesubia jugorum, un "ragno lupo" che vive nelle pietraie di alta quota delle Alpi Marittime. Modelli statistici basati sulle proiezioni del clima nel futuro stimano per questa specie un alto rischio di estinzione

Vesubia jugorum è un “ragno lupo” " così vengono chiamati i Licosidi, ragni molto voraci e con grandi capacità predatorie " che vive esclusivamente nelle pietraie delle Alpi Marittime a quote superiori a 2000 metri. Si tratta di un ragno che per le sue notevoli dimensioni (fino a 2,5 cm zampe escluse) è ben noto agli escursionisti che frequentano queste splendide montagne.
A causa di una lunga e tormentata storia biogeografica, ne sopravvivono oggi un numero limitato di popolazioni, distribuite sul versante italiano e francese delle Alpi Marittime e in poche aree limitrofe delle Cozie.
La sopravvivenza di Vesubia jugorum è messa a repentaglio dal rapido innalzamento delle temperature globali. Per questo insieme al mio collega Stefano Mammola abbiamo proposto l’inserimento di questa specie nella Lista Rossa IUCN (International Union for the Conservation of Nature) delle specie minacciate. Al lavoro ha partecipato l’Università di Helsinki, nell’ambito delle azioni della Commissione IUCN per la Sopravvivenza delle Specie.
Nel corso degli anni, abbiamo setacciato in lungo e in largo le Alpi Marittime verificando lo stato delle popolazioni e la loro distribuzione. Sulla base di proiezioni statistiche basate su dati climatici attuali e futuri, stimiamo che, a causa del riscaldamento globale, in meno di un secolo l’areale di Vesubia jugorum potrebbe ridursi a tal punto da comprometterne la sopravvivenza. Proprio per questo motivo la proposta di inserimento in Lista Rossa è stata accettata e verrà formalizzata entro l’inverno 2016. Si tratta del primo aracnide italiano di cui si dichiara formalmente il rischio di estinzione secondo criteri internazionali IUCN.
Il riscaldamento globale minaccia la specie in modo significativo ma fortunatamente la maggior parte delle popolazioni sopravvive nelle aree protette delle Alpi Marittime, del Marguareis e nelle vicine Aree della Rete Natura 2000, in cui risulterà eventualmente più facile operare azioni mirate alla sua sopravvivenza.
Per garantire la conservazione di questo prezioso endemismo auspichiamo di mettere in atto programmi di monitoraggio e gestione della specie, tra cui potrebbero anche figurare interventi di ripopolamento e ritraslocazione in aree idonee. È evidente come la sopravvivenza di questo ragno dipenda dalla disponibilità di fondi per attuare le misure di conservazione proposte, per cui speriamo di ottenere presto finanziamenti su base nazionale ed europea.

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