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Gestione del territorio, delle risorse e dei rifiuti, Sostenibilità ambientale

Verso una nuova civiltà tecnologica. Ripartire dal pensiero di Leonardo

Leonardo Da Vinci, Codice sul volo degli uccelli, 1505

Lo studio e l’osservazione dei fenomeni naturali, in Leonardo, si configurano come un «vedere metodico e razionale […], oggetto di apprendimento e di disciplina scientifica» : non si tratta di dominare la natura, come nei progetti della modernità, ma di giungere alla sua più profonda comprensione.

Nell’ambito della mia ricerca, focalizzata sull’indagine dei rapporti tra potere, tecnica e natura, il pensiero di Leonardo rappresenta un punto di partenza e un punto di arrivo. Oggi, la crescita e la ri-produzione dell’essere umano sono inversamente proporzionali a quelle della natura, la divaricazione tra sistema sociale e sistema naturale appare sempre più marcata, sempre più irreversibile e la salute del pianeta è barattata con una maggiore efficienza e produttività, una maggiore velocità e un sempre maggiore profitto umani; ancora oggi - a dispetto della catastrofe imminente - «lo sfruttamento della natura [...] viene opposto, con ingenuo compiacimento» a quello degli esseri umani. Del resto, è lo stesso Leonardo - anticipando tematiche di estrema attualità come l’irreversibilità dell’agire tecnico e l’impossibilità di ripristinare o sostituire i cicli naturali - ad ammonirci: «ogni azione fatta dalla natura non si pò fare con più brieve modo co’ medesimi mezzi».

Se l’intera opera di Leonardo restituisce una nuova e rivoluzionaria concezione della natura, il Codice del volo - che ho scelto come referente della mia ricerca accademica - appare essenziale alla comprensione del rapporto che egli istituisce tra filosofia naturale e scienza tecnica, tra pensiero e creatività. La natura, infatti, «rivela profondità insondabili, e la scienza […] incappa nell’imprecisione essenziale di ogni conoscenza finita» .
Se la prima rappresenta la “personificazione dell’operare divino”, la seconda non potrà mai giungere alla perfezione. «La natura è piena d’infinite ragioni che non furon mai in isperienza» e solo il simbolo artistico è in grado di cogliere ciò che sfugge alla filosofia naturale.

Dal momento in cui la civiltà tecnologica persegue e produce la completa e definitiva abolizione della natura, il recupero della considerazione leonardesca della natura potrebbe aprire la strada a una diversa idea di tecnica - intesa come sintesi compiuta di arte e scienza - del tutto alternativa a quella attuale: una tecnica che muova dalla natura e non contro di essa. Ciò migliorerebbe, direbbe Walter Benjamin, filosofo e scrittore, «la nostra posizione nella lotta» contro la mentalità tecnocratica vigente, principale responsabile dell’attuale catastrofe ecologica. Non si tratta, allora, di divinizzare la natura, né di includerla in una forma di egoismo allargato che invochi la sua tutela esclusivamente in funzione della sopravvivenza umana, ma della necessità di ripristinare l’equilibrio tra sistema umano e sistema naturale, ormai completamente stravolto.

1. G. Cuozzo, op.cit., p. 107.
2. W. Benjamin, Angelus Novus, Einaudi, Torino 1995, pp. 81-82
3. Da Vinci, op.cit., p. 6.
4. G. Cuozzo, Dentro l’immagine. Natura, arte e prospettiva in Leonardo Da Vinci, Il Mulino, Bologna 2013 , p. 71.
5. Leonardo Da Vinci, Pensieri e scritti letterari, Caribou, Verbania 2009, p. 2.


Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Alessandro Carrieri
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

13 giugno 2019

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