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Epidemiologia, Terapie e Politiche sanitarie

Obiettivo #3: salute e benessere

Per raggiungere lo sviluppo sostenibile è fondamentale garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Parecchi sono stati i progressi fatti negli ultimi anni in questa direzione ma le sfide sono ancora numerose su diverse questioni relative alla salute. Occorre allora impegnarsi a fondo e unire le forze per affrontrale

Jacopo Sforzi (Dipartimento di Scienze Mediche), si dice che prevenire è meglio che curare, ma è sempre possibile?
Possiamo innanzitutto distinguere tra prevenzione primaria e secondaria. La prima include quelle azioni - come assumere corretti stili di vita - che evitano l’insorgere della malattia, mentre la seconda, meglio conosciuta come diagnosi precoce, permette di rilevare una malattia quando è ai suoi stadi precoci e quindi quando ci sono maggiori possibilità di effettuare interventi di successo. La diagnostica è dunque quella branca della medicina che permette di capire quale malattia affligge un paziente. Purtroppo, non tutti possono avere accesso a esami diagnostici costosi o complicati.
Nel nostro progetto di ricerca cerchiamo quindi di trovare metodi poco invasivi e che abbattano i costi per la diagnosi precoce di malattie difficili da diagnosticare, come il cancro. Lo facciamo a partire dall'esame diagnostico che dà più informazioni sullo stato di salute globale di un organismo: il prelievo e l’analisi delsangue. Lo sforzo è trovare nuove molecole che sono tipiche di una certa malattia e capire subito di cosa si tratta cercando di avere una diagnosi in tempo prima che la patologia si complichi.

Anna Mulasso (Dipartimento di Scienze Mediche), nel vostro lavoro di ricerca vi occupate in particolare di prevenzione e dei benefici legati all’esercizio fisico. Su quali aspetti in particolare siete focalizzati?

L’esercizio fisico è una delle strategie più efficaci per prevenire le malattie croniche: consente di migliorare la funzionalità motoria (forza, equilibrio, velocità di deambulazione, gestione compiti in dual-task) e di ridurre la frailty, condizione che rende la persona maggiormente a rischio di outcome negativi, con ricadute positive sull’autonomia e sulla qualità di vita. Dal 2016 a Torino sono attive le Palestre Salute (v. proposta di legge regionale 231/2016), luoghi specifici che nascono per permettere alle persone con malattie croniche in fase di stabilità clinica di svolgere attività fisica adattata, seguite da specialisti e laureati in Scienze Motorie.

Gennaro Boccia (Dipartimento di Scienze Mediche) in che modo la consapevolezza del nostro livello di capacità motorie può aiutare la nostra salute?
Test di equilibrio, forza, fitness cardiorespiratorio, flessibilità e destrezza, eseguiti in autonomia, sono strumenti scientificamente validati che permettono di misurare le nostre capacità motorie e conoscere le aree in cui siamo più “solidi” e quelle in cui lo siamo meno. Conoscere le nostre capacità motorie aumenta la consapevolezza sull’importanza del movimento e di uno stile di vita attivo, e consente di attuare strategie preventive per migliorare le aree in cui risultiamo meno “performanti”. Se eseguiremo nuovamente i test a distanza di qualche mese, non dovremo stupirci se saremo migliorati.

Enrica Favaro (Dipartimento di Scienze Mediche) come invecchiare in modo attivo e sano?

Il progetto Terzo Tempo del mio Dipartimento cerca di rispondere a questa domanda promuovendo un invecchiamento in salute, prevenendo la fragilità dell’anziano e i problemi legati all'invecchiamento come il declino cognitivo, la depressione e alcune patologie croniche. Studi recenti affermano che impegnarsi in attività come imparare una nuova lingua, memorizzare una poesia, avere forti interessi (come il giardinaggio), o ancora memorizzare una coreografia (che unisce all'aspetto mnemonico l'esercizio fisico) promuove la neurogenesi, fenomeno che esiste anche negli adulti, contrariamente a quanto si pensava fino a 20 anni fa.
Negli anni 2018 e 2019 abbiamo realizzato un progetto pilota che ha coinvolto oltre 80 partecipanti e organizzato conferenze e workshop con attività mirate ad aumentare la consapevolezza sui processi di invecchiamento, sulla realizzazione di stili di vita efficaci e sul benessere psicofisico.

Patrizia Bovolin e Erika Cottone (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi), diversi studi dimostrano che i disturbi del metabolismo e del comportamento alimentare sono dovuti anche a fattori ambientali, quali ad esempio la presenza della plastica negli oggetti domestici. Qual è l'impatto di questo materiale sulla nostra salute?

La plastica presente nei mari e negli ambienti in cui viviamo è ormai un problema globale, con un crescente impatto sulla salute degli animali, essere umano incluso. La plastica infatti può contenere e rilasciare contaminanti chimici, tra i quali gli “interferenti endocrini”, molecole che alterano le funzioni ormonali, tra cui la regolazione dei depositi di grasso e la capacità riproduttiva. Il nostro gruppo di ricerca utilizza cellule coltivate in vitro per testare gli effetti obesogeni di microplastiche prelevate nel Mar Adriatico e di molecole rilasciate dai contenitori in plastica per alimenti.
Ne abbiamo parlato più approfonditamente in questo Percorso di Ricerca

A proposito di capacità riproduttiva, minacciata dalla presenza della plastica, uno dei traguardi del Goal 3 consiste nell'assicurare l’accesso universale ai servizi di protezione della salute sessuale e riproduttiva, inclusi quelli rivolti all’infertilità. Tullia Penna (Dipartimento di Giurisprudenza), quali risposte può fornire il diritto per l’accesso a questo tipo di trattamenti?
Occorre innanzi tutto accrescere la consapevolezza sul tema, ricordando però come non sempre l’infertilità si possa prevenire e raramente si possa curare. La scienza ovvia infatti a un disturbo, che tuttavia spesso rimane presente. Le norme devono dunque tenere conto di questo specifico dato, nonché della necessità di finanziamenti più efficienti dei trattamenti per l’infertilità, sovente poco accessibili sul piano economico. In particolare la mia ricerca si concentra sulla fecondazione eterologa, cioè sui quei casi in cui è necessario ricorrere alla donazione di gameti da parte di donatori esterni alla coppia. La fecondazione eterologa in Italia era stata vietata dalla Legge 40/2004, 10 anni dopo, nel 2014, la Corte Costituzionale ha cancellato questo divieto, lasciando però un vuoto normativo in merito. Ne ho parlato più approfonditamente in questoNe ho parlato più approfonditamente in questo Racconto di Ricerca.

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Questa storia di ricerca si trova in:


Intervista a

Jacopo Sforzi
Anna Mulasso
Gennaro Boccia
Enrica Favaro
Patrizia Bovolin
Erika Cottone
Tullia Penna
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

A cura di

Redazione FRidA
Pubblicato il

18 marzo 2020

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