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Epidemiologia, Terapie e Politiche sanitarie

Cellule sane o tumorali? Per distinguerle pensale come mattoncini LEGO®!

© LEGO®

Da “cacciatore dell’invisibile” a cacciatore di cellule tumorali, difficili da distinguere dal tessuto sano: il mio percorso per diventare un biotecnologo, che si approccia allo studio del corpo umano spiegandolo come una costruzione LEGO®.

Siamo circondati da entità invisibili! Potrebbe sembrare lo slogan per un film horror/fantascientifico ma è una realtà oggettiva. Dalle onde radio alle molecole dell’aria, i nostri sensi non bastano per percepire la realtà nella sua completezza. Il nostro stesso corpo, un po’ come una gigante costruzione LEGO®, è composto da mattoncini “dinamici e invisibili” chiamati cellule.
Vedere ciò che è invisibile è sempre stato uno dei miei chiodi fissi. Anche se dopo il film Ghostbusters avevo pensato di studiare spiriti e fantasmi, onde evitare di diventare il Divino Otelma della situazione, ho optato per la visualizzazione cellulare. Frequentando le scuole superiori ho infatti iniziato a chiedermi: cosa succede all’interno dei mattoncini, invisibili a occhio nudo, che costituiscono il corpo umano?

Per trovare una risposta nel 2008 mi sono iscritto alla facoltà di Biotecnologie dell’Università di Torino e, dopo 5 anni, mi sono laureato in Biotecnologie Molecolari con indirizzo Imaging, che rispecchia bene la mia natura di scienziato guardone: tramite particolari tecniche, è infatti possibile osservare con i propri occhi gli eventi molecolari interni alle cellule! Fu così che, sulla scia della curiosità, nel 2014 ho iniziato il Dottorato in Scienze Farmaceutiche e Biomolecolari all’Università di Torino, focalizzandomi su cellule particolari: quelle tumorali.
Le cellule tumorali sono un po’ come mattoncini LEGO® che, ad un certo punto della loro vita decidono di diventare dei “mattoni di argilla”, a seguito di una “profonda crisi d’identità”. Non si incastrano più con gli altri mattoncini e nonostante questo sono molto difficili da trovare: d’altronde provate in una costruzione con migliaia di miliardi di LEGO® a distinguere pochi mattoni di argilla!
Tuttavia, come i LEGO® differiscono fortemente dai mattoni, le cellule “normali” (dette somatiche) sono molto diverse dalle cellule tumorali. Servirebbe allora uno strumento che non solo le riconosca, ma che quando le incontra vi si leghi come una sorta di calamita. Quest’ultima dovrebbe inoltre essere equipaggiata con un LED molto potente, che ne permetta la facile identificazione. Questo è il concetto alla base di una sonda molecolare ottica, una particolare molecola che emette un segnale luminoso (detto fluorescenza) e che sfrutta alcune caratteristiche intrinseche e uniche delle cellule tumorali per legarsi a esse. La sonda permetterà quindi di discriminare in modo preciso le cellule tumorali (mattoni) dalle cellule somatiche (LEGO®) e trova un’applicazione perfetta nella chirurgia oncologica, dove il compito del chirurgo consiste proprio nel rimuovere specificamente il tessuto maligno.

Durante il mio dottorato ho lavorato su una sonda molecolare in grado di riconoscere (e aiutare a rimuovere) il tumore alla prostata. Di recente ho ricevuto un finanziamento dall’AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro) che mi porterà a Rotterdam, per studiare nuove sonde atte a riconoscere il glioblastoma multiforme, un tipo di tumore del cervello, organo dove è particolarmente importante che la chirurgia lasci intatto il tessuto sano!
Non smetto mai, insomma, di cercare mattoni invisibili all’interno di complicate e affascinanti costruzioni LEGO®!


Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Amerigo Pagoto
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

14 gennaio 2019

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