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Neuroscienze e Malattie neurologiche

Di chi sono queste mani? Neuroscienze e bizzarrie del sé corporeo

La sensazione di avere un corpo è così ovvia che sembra non esserci nulla da spiegare al riguardo. Gli studi su pazienti con lesioni cerebrali dimostrano, invece, che la coscienza corporea si costruisce attraverso un processo complesso e multidimensionale, rilevabile con i metodi delle neuroscienze

Le alterazioni della consapevolezza corporea, che spesso si osservano in pazienti con danni cerebrali, sono fondamentali per capire come emerga la coscienza del proprio corpo e di ciò che gli accade. Grazie al progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo, abbiamo studiato pazienti affetti da un curioso disturbo della consapevolezza corporea che induce a considerare il braccio di un’altra persona come appartenente al proprio corpo e il proprio braccio come appartenente a un’altra persona. Se la lesione è localizzata nella parte destra del cervello, l’arto colpito dalla falsa convinzione è il sinistro. Quando questi pazienti appoggiano le loro braccia su un tavolo, e devono dire quante braccia vedono e a chi appartengono, rispondono correttamente che le braccia sono due e che appartengono a loro. Se però l’esaminatore inserisce il suo braccio sinistro tra il torace e il braccio sinistro del paziente, allora il braccio “alieno” viene immediatamente attribuito dal paziente a sé e il braccio proprio viene rifiutato.

Per dimostrare che questa convinzione non è frutto di una mera illusione, ma di un reale incorporamento, che induce il sistema motorio e il sistema sensoriale a trattare il braccio estraneo come proprio, sono stati condotti diversi esperimenti. Nel primo studio abbiamo sfruttato l’effetto di accoppiamento bimanuale per cui, quando si tracciano contemporaneamente delle linee con la mano destra e dei cerchi con la mano sinistra, sia i cerchi che le righe tendono a ovalizzarsi perché i programmi motori, che guidano i movimenti delle due mani, interferiscono gli uni con gli altri. Lo studio ha svelato l’esistenza dello stesso effetto di accoppiamento nei pazienti che incorporano mani altrui se la mano destra dei pazienti traccia linee contemporaneamente alla mano aliena sinistra che disegna cerchi. Abbiamo poi scoperto che l’effetto d’incorporamento ha anche delle conseguenze sensoriali. Non solo i pazienti affermano di sentire un tocco, dato sulla mano aliena, con la stessa intensità di quando viene dato sulla mano propria, ma particolari risposte elettriche, registrate sulla cute del paziente, sono analoghe a quando viene effettivamente stimolata la mano propria.

Infine, i dati anatomici ricavati dalle lesioni cerebrali dei pazienti, suggeriscono una parziale alterazione delle strutture che sottendono nel cervello la rappresentazione del corpo, sufficiente a rendere il sistema nervoso disponibile ad accettare, in certe condizioni, gli arti altrui come propri. Queste ricerche indicano che non vi è nulla di ovvio nel considerare il proprio corpo come appartenente a sé, così come non è scontato che i corpi altrui siano altro da sé e che le coscienze corporee sono instabili e suscettibili a essere ingannate. Lo studio dei fenomeni patologici e delle loro manipolazioni sperimentali è, inoltre, fondamentale per ideare strategie efficaci di riabilitazione e modelli della rappresentazione corporea implementabili in sistemi robotici.

un racconto di
Annamaria Berti
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

30 gennaio 2017

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