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Malattie e prevenzione

Malattie emergenti delle piante: Nuovi patogeni o nuove condizioni ambientali?

Foto: Shahadat Rahman / Unsplash

Il comparto agricolo è in continuo fermento: le produzioni agrarie hanno raggiunto sorprendenti livelli quantitativi, continuando a garantire alti standard qualitativi e rimanendo al passo delle tendenze imposte dal consumatore. Ma le tecniche moderne e l’intensificazione delle colture comportano inevitabili cambiamenti ambientali che si aggiungono a quelli climatici. Quali conseguenze sulla salute delle piante? 

Numerose colture, tradizionali e non, vengono interessate regolarmente da malattie emergenti che sono spesso collegate a fattori ambientali soggetti a continui cambiamenti. Anche la biologia e l’ecologia di vari patogeni emergenti delle piante è in continua evoluzione.
Dalla consapevolezza e conoscenza dei fattori legati ai cambiamenti ambientali da una parte e ai patogeni dall’altra, nasce il mio desiderio di porre i due aspetti in costante sinergia, usando un approccio allo studio delle malattie delle piante che affronti i problemi da molteplici prospettive, allo scopo di fronteggiare nel modo più efficace possibile le nuove emergenze di carattere fitosanitario.

Ma quali sono questi cambiamenti ambientali?
Primi fra tutti i cambiamenti climatici che comportano una serie di alterazioni di diversi fattori come la temperatura, le precipitazioni, e l’anidride carbonica. Ma cambiano anche le caratteristiche chimiche e fisiche del suolo e dell’acqua di irrigazione. La variazione di ciascuno di questi fattori ha delle conseguenze sull’attività dei patogeni delle piante e sul loro rapporto con l’ospite.

E chi sono invece questi patogeni delle piante?
Funghi o batteri responsabili di marciumi dei frutti, cancri dei rami, marciumi delle radici o infezioni fogliari. Un enorme numero di microrganismi che risiede normalmente nei suoli in fase latente o nei tessuti vegetali come endofiti. Microrganismi che persistono nella loro fase latente finché le condizioni ambientali non subiscono cambiamenti che vadano in qualche modo a favorire l’alterazione del loro rapporto con la pianta ospite, rapporto che diventa così di tipo parassitario. Un po’ come succedete a noi esseri umani con alcune infezioni micotiche o batteriche.

Numerose malattie delle piante sono storicamente note non solo agli addetti ai lavori, eppure, negli ultimi anni, diverse malattie emergenti si presentano improvvisamente e senza alcuna traccia nella letteratura internazionale. Il che è molto stimolante per i ricercatori caratterizzati quasi per definizione da curiosità e passione per le nuove sfide.
Un perfetto caso studio, oggetto della mia ricerca, è rappresentato da diverse specie fungine appartenenti alle famiglie delle Botryosphaeriaceae e Diaporthaceae. Noti come patogeni delle piante secondari, negli ultimi anni svolgono un ruolo rilevante in diverse colture agrarie arbustive, come per esempio colture tradizionali quali melo e agrumi, o più innovative quali mirtillo, noce e avocado. Questo capita proprio dove le temperature hanno subito un brusco innalzamento o laddove, intensificando la coltivazione, vengono adottati impianti molto stretti, utilizzate frequenti concimazioni e altre strategie volte ad aumentare la produzione, ma che alla lunga generano fattori di stress per le piante. Ecco dunque che in presenza di alcuni cambiamenti delle condizioni ambientali, determinate specie fungine modificano il loro comportamento causando gravi malattie che rischiano di compromettere le produzioni.

Lo studio di tutte queste componenti ci aiuta a mettere a punto efficaci strategie di lotta intervenendo direttamente attraverso una gestione dei patogeni evitando la loro diffusione in campo, ma anche indirettamente attraverso la gestione integrata delle condizioni climatiche e di impianto lavorando per esempio sulla distanza tra le piante e le potature, o su concimazioni equilibrate.



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Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Vladimiro Guarnaccia
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

09 luglio 2020

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