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Malattie e prevenzione

Un vaccino contro le cellule staminali tumorali mammarie

Questo studio ha dimostrato che un nuovo vaccino diretto contro la proteina xCT è in grado di ridurre la progressione tumorale e prevenire le metastasi in modelli preclinici di tumore mammario

Nonostante i grandi successi ottenuti in campo terapeutico, il tumore al seno costituisce attualmente la prima causa di mortalità per tumore nelle donne, a causa della frequente insorgenza di resistenza alle terapie tradizionali e della mancanza di una cura efficace per i tumori metastatici. Questi insuccessi sono dovuti all'incapacità delle attuali terapie di eliminare le cellule staminali tumorali, una popolazione di cellule responsabili della progressione tumorale e dello sviluppo di metastasi.
L'obiettivo delle Dottoresse Stefania Lanzardo e Laura Conti e del Dottor Roberto Ruiu, ricercatori del gruppo di Immunologia guidato dalla professoressa Federica Cavallo presso il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell'Università di Torino, consiste nella messa a punto di trattamenti in grado di colpire le cellule staminali tumorali. La loro ricerca, recentemente pubblicata sulla rivista Cancer Research, ha dimostrato, mediante analisi molecolari, che la proteina xCT è espressa dalle cellule staminali tumorali di diversi sottotipi di tumore al seno ed è in grado di controllare la sopravvivenza di questa popolazione cellulare. La somministrazione di un vaccino a DNA diretto contro la proteina xCT a topi malati di tumore mammario ha determinato un rallentamento nella crescita del tumore stesso; il vaccino inoltre è stato in grado di prevenire lo sviluppo di metastasi. Il gruppo di ricerca coinvolto in questo studio ha inoltre dimostrato che gli anticorpi indotti dal vaccino agiscono direttamente sulle cellule staminali tumorali mammarie, rendendole maggiormente sensibili ai farmaci chemioterapici normalmente somministrati alle pazienti affette da tumore al seno.
Questo studio potrebbe avere delle importanti ricadute cliniche in quanto suggerisce che indirizzando la risposta immunitaria della paziente contro xCT mediante la vaccinazione a DNA oppure somministrando alla paziente anticorpi monoclonali in grado di inibire tale proteina si potrebbe potenziare l'effetto antitumorale della chemioterapia e limitare lo sviluppo di metastasi, migliorando quindi la prognosi.
Ulteriori indagini verranno ora condotte al fine di ottimizzare il vaccino contro xCT ed eventualmente generare anticorpi monoclonali in grado di bloccarne la funzione.

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