Brand
Terra e Oceani

Sulle pendici del Monte Rosa, alla scoperta del suolo sopra le nuvole

L’Istituto Angelo Mosso e l’Osservatorio del Col d’Olen, nei pressi del Lago Bowditch (VC)

Il fascino della ricerca scientifica in alta montagna, alla scoperta del suolo, un vero tesoro sotto i nostri piedi, e la neve, sua compagna nei lunghi inverni. Un viaggio in un mondo unico, tra scienziati alpinisti e il clima che cambia, in uno scenario d’eccezione: il Monte Rosa e l’Istituto Scientifico Angelo Mosso.

Ore 7.30. Lo zaino è pronto così come il pranzo al sacco. Prendiamo la prima corsa della funivia da Gressoney La Trinité e raggiungiamo a piedi l’Istituto Mosso, ad Alagna Valsesia. Siamo a quasi 3000 metri di quota e l’aria del mattino è tersa e fredda. Un po' di vento in quota solleva la neve caduta nella notte, il Monte Rosa ci fa compagnia, e si distingue con facilità la Capanna Margherita. Scopo della giornata è prelevare campioni di suolo in 8 aree sperimentali nell’Altopiano di Cimalegna, a quote comprese fra 2600 e 2800 metri sul livello del mare. Dopo il lungo inverno, in cui abbiamo indagato le proprietà del manto nevoso, ora dobbiamo concentrarci sul suolo. Raggiungiamo le aree sperimentali, scarichiamo i dati dai data loggers che, piantati a terra, misurano in continuo la temperatura del substrato e quindi con delicatezza preleviamo il suolo: dobbiamo conservarlo con cura e portarlo velocemente in laboratorio perché la maggior parte delle analisi va fatta entro le 24 ore. Riempiamo gli zaini con i sacchetti contenenti il suolo e ci avviamo verso l’Istituto Mosso dove finalmente, anziché entrare da una porticina al secondo piano, useremo l’ingresso principale, che nei mesi invernali è sommerso anche da 6 metri di neve. È sempre emozionante entrare nell’Istituto: la luce filtra dalle finestre e illumina gli antichi strumenti di ricerca e le fotografie del fondatore Angelo Mosso.

Sono operazioni condotte mensilmente nel corso dell’estate, da ormai più di 10 anni in siti di ricerca come questi, inclusi nella Rete Internazionale LTER Italia, per la promozione e il coordinamento della Ricerca Ecologica a Lungo Termine. Io ho avuto la fortuna di lavorare anche in altri due siti della Rete LTER, nelle Montagna Rocciose in Colorado e nella Regione Himalayana, in Nepal.

Le analisi del suolo che conduciamo consistono nel misurare la quantità di biomassa microbica al suo interno e le forme di azoto e carbonio, essenziali per la nutrizione delle specie vegetali e in grado di condizionare anche la qualità delle acque. Con studi di questo tipo abbiamo finora compreso come piccole variazioni dello spessore e della durata della copertura nevosa a queste quote possono influenzare in maniera significativa il funzionamento dei suoli nell’estate successiva, così come le caratteristiche dell’acqua all’interno dei laghi. Variazioni climatiche spesso poco percepibili nelle zone di pianura vengono amplificate nelle aree montane, con importanti effetti quali la riduzione dei ghiacciai, della durata dell’innevamento e alterazioni del funzionamento degli ecosistemi.

Ora dobbiamo tornare a valle e poi a Grugliasco. Domani in laboratorio inizieremo le analisi dei campioni di suolo raccolti oggi, con un pensiero già al prossimo campionamento e già un po’ di nostalgia dell’Istituto Mosso.


IMMAGINI

ESPLORA I TEMI


Questa storia di ricerca si trova in:


potrebbero interessarti anche