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Studio del passato dell'umanità

Il diritto italiano nello specchio del diritto europeo

Da Atene a Helsinki, da Sofia a Lisbona, siamo ormai tutti cittadini europei, condividiamo un mare di norme scritte dalle istituzioni europee nell’arco di mezzo secolo (oltre 150 milioni di parole!), ma non abbiamo una lingua in comune per legiferare e forse nemmeno la medesima nozione di legalità

L’Unione Europea è composta da 28 Stati Membri, che condividono un corpo di norme espresso in 24 lingue ufficiali, tramite l’impiego di oltre 150 milioni di parole. L’impatto di questa opera a livello nazionale è immenso. Il diritto europeo infatti prevale rispetto al diritto nazionale in molti settori. Sconfitte sonore degli Stati Membri davanti alla Corte di giustizia lo ricordano ogni giorno: la vicenda di cui è stata protagonista la pasta “al dente” italiana è un simbolo di questo rapporto di potere (Causa 407/85, Drei Glocken GmbH e Kritzinger, Racc., 1988 -042339). Per orientarsi in Europa gli strumenti giuridici già collaudati in ambito nazionale sono insufficienti. Il diritto europeo viene infatti creato attingendo dalle varie tradizioni nazionali, è plasmato dal loro confronto e dalla loro trasformazione in vista di obiettivi condivisi. Nel fare il diritto europeo, molto è messo alla prova, molto cambia, o deve cambiare di quanto è tenuto per valido a livello nazionale.
L’Europa, d’altra parte, si misura con sfide inedite a livello nazionale. Le culture giuridiche nazionali non sono tuttavia cancellate dalla comune appartenenza degli Stati Membri all’Unione Europea.

Anche in futuro, l’Europa non sarà governata unicamente da norme europee uniformi. Rimane però aperto il problema del dialogo tra le culture giuridiche nazionali, e della costruzione di un vocabolario multilingue al servizio dei cittadini europei. La nostra ricerca ha esaminato come il significato delle norme viene elaborato e negoziato nell’ambiente plurilingue europeo, in materie quali la tutela del consumatore, e la regolazione del mercato. Abbiano inoltre approfondito in quale misura il diritto europeo esprime un’identità europea, e in quale misura invece ripercorra tappe già note in alcuni Stati Membri, od oltre Atlantico. Il diritto statunitense è presente ai fautori del diritto europeo, come modello positivo o come esito da evitare, ad esempio, in materia di responsabilità da prodotto difettoso.

La ricerca ha infine messo in luce un dato profondo, di grande importanza: la stessa nozione di legalità ha colorazioni diverse in Italia e in Europa. In Italia, salvo il rispetto delle norme costituzionali, è legale - per definizione - quanto fa il Parlamento. In Europa la nozione di legalità è ancorata a regole di trasparenza e prevedibilità dell’azione legislativa. Tali regole in Italia non sono tenute in gran conto, con conseguenze negative sul quadro nazionale. Il progetto di ricerca è stato notato dall’Unione Europea. Abbiamo infatti approfondito il nostro lavoro preparando per la Commissione Europea il rapporto Document quality control in public administrations and international organisations (2013), in vista del miglioramento delle tecniche di redazione delle norme europee. Più in generale, la ricerca favorisce accessibilità del diritto europeo da parte del pubblico, e degli operatori professionali.

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Michele Graziadei
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

11 marzo 2019

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