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Il rilievo rivelato. Laser-scanner e scavo a Hung-e Azhdar (Iran)

Fasi di scolpitura del rilievo di Hung-e Azhdar

La missione congiunta Italo-Iraniana in Khuzestan ha condotto ricerche archeologiche a Hung-e Azhdar (Iran) incentrate sull’acquisizione, tramite scansione laser, di un noto rilievo rupestre di età partica (I sec. a.C. - II d.C.) e scavi nell’area antistante, rivoluzionandone l’interpretazione.

Un cavaliere in abiti e atteggiamenti tipici di un sovrano ellenistico è omaggiato da un dinasta di marcata foggia iranica e dal suo seguito. È la maestosa scena di celebrazione descritta sul rilievo rupestre di età partica (I sec. a.C. - II d.C.) scolpito su un masso apparentemente nascosto alla vista di chi accede alla valle di Hung-e Azhdar, in Khuzestan, Iran di sudovest. L’interpretazione della scena è controversa: il cavaliere, realizzato di profilo e ad alto rilievo, rivela un’iconografia di marcata influenza occidentale, mentre il sovrano iranico e il suo seguito, frontali e a basso rilievo, si inquadrano in una tradizione partica, quindi successiva.

Questo ha sollevato un dibattito acceso e, fino a poco tempo fa irrisolto, riguardo la datazione delle figure: sono state scolpite insieme o a distanza di secoli tra loro? Ciò, unito al fatto che il ritrovamento è avvenuto in un luogo remoto, ne fa uno dei più famosi e controversi rilievi dell’antico Iran. Acquisire nuovi dati per cercare di risolvere la controversia è lo scopo del nostro gruppo di ricerca nell’ambito di una missione congiunta Italo-Iraniana in Khuzestan nell’area della moderna cittadina di Izeh, sulla strada che, attraverso i monti Baktiari, conduce a Isfahan e Shiraz. I lavori sono iniziati nel villaggio di Hung-e Azhdar e proseguono attualmente a Kal-e Chendar, nella valle di Shami, circa 15 km più a nord.

Il progetto, sotto la mia direzione scientifica, mira a indagare le testimonianze archeologiche dell’antica Elimaide e rientra nel quadro di accordi di cooperazione quinquennale tra l’Iranian Center for Archaeological Research (ICAR) e il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia (CRAST). Altre istituzioni coinvolte sono i Dip. di Studi Storici dell’Università di Torino e di Architettura e Design del Politecnico di Torino. La missione è in parte finanziata dal Ministero degli Affari Esteri italiano (MAE) a cui si è aggiunto un contributo della Fondazione CRT di Torino.

La ricerca ha permesso di ottenere informazioni su tecniche di scolpitura, stato di erosione e dettagli iconografici del rilievo. Abbiamo acquisito la superficie scolpita con scansione laser e fotogrammetria digitale e svolto così, per la prima volta in Iran, uno studio basato su un modello digitale 3D di una scultura, ottenuto da nuvola di punti. Analizzando i risultati abbiamo potuto risolvere in via definitiva il mistero: il rilievo è stato realizzato in almeno due momenti diversi, e la scolpitura del cavaliere è antecedente a quella del dinasta e del suo seguito.
Inoltre, per meglio comprendere il contesto dell’opera, abbiamo svolto una ricognizione di superficie della valle e lo scavo in aree selezionate. Abbiamo così dimostrato che il rilievo, commissionato da un sovrano di una dinastia locale nel I sec. a.C. come dedica in un santuario rupestre, fu riscolpito circa un secolo e mezzo dopo in un contesto di legittimazione dinastica e continuità ideologica.


IMMAGINI

un racconto di
Vito Messina
Cristina Bonfanti
Claudio Fossati
Paolo Ardissone
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

17 luglio 2018

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