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Culture, Produzione culturale e artistica, Filosofia

Quando il nudo non basta: i motivi di successo delle serie tv

Fotogrammi tratti dalla mini-serie televisiva "Moana"

Cos'è che ci fa apparire significativo un programma televisivo, ci fa venire voglia di guardarlo e ne decreta il successo? Gli strumenti della semiotica ci possono dare qualche indizio, prendendo come spunto di studio la mini-serie televisiva incentrata sulla celebre porno star Moana Pozzi

Molti studiosi ritengono che il successo delle serie tv, forma di esperienza fondamentale della contemporaneità, risieda nella loro capacità di proiettarci nei mondi che esse creano: realtà in parte audiovisive, ma anche sociali, perché ci permettono di relazionarci con gli altri spettatori. Analizzandole con gli strumenti della semiotica - che studia il modo in cui assegniamo un significato condiviso alle esperienze - mi sono convinto che seguiamo le serie tv che troviamo significative. Questo dipende dal fatto che esse sono il frutto di modelli culturali molto generali, con cui leggiamo noi stessi, la realtà e le nostre relazioni interpersonali: le guardiamo per rispecchiarci, ma anche perché mettono in luce i nostri pensieri, le posizioni che prendiamo o che potremmo prendere, riguardo ai temi che trattano.

In quest’ottica, ho studiato anche programmi televisivi, film, romanzi, pubblicità, campagne di comunicazione politica, opere d’arte, articoli di giornale, sia per le mie ricerche accademiche, sia per conto di aziende in procinto di lanciare nuovi prodotti e contenuti. Ma qui vorrei parlare di uno studio che ho condotto su Moana, una mini-serie in due episodi sulla vita della nota porno star Moana Pozzi, prodotta da Sky Cinema nel 2009, quando cioè Sky voleva affermarsi come l’emittente televisiva più all’avanguardia nella produzione di fiction. La scelta del tema del porno, per sua stessa natura collegato al “vedere di più e meglio”, si coniugava bene con le scelte strategiche dell’azienda, che voleva costruire il suo brand su questi valori. Inoltre Silvio Berlusconi, all’epoca al potere, aveva portato al successo (dalla tv alla politica) diverse donne che avevano fatto un uso spregiudicato del proprio corpo. Così l’idea di una fiction su Moana Pozzi, emblema di questo modello femminile, sembrava vincente per un’emittente che si poneva come competitor di Mediaset, impero televisivo che faceva capo Berlusconi stesso.

Eppure il successo della mini-serie fu scarso. In termini semiotici, non apparve particolarmente significativa agli spettatori. Pur scoprendo un po’ il corpo di Violante Placido, interprete di Moana, non metteva a nudo con la necessaria chiarezza e sfrontatezza il modello di donna che si andava affermando in quegli anni. La questione infatti, era un po’ più complessa della trasgressione che portava a vedere corpi nudi di attori famosi, che non erano ancora stati mostrati così. Occorreva piuttosto chiedersi perché la figura di Moana Pozzi fosse stata così significativa per l’Italia degli anni 1980-1990, e perché molte donne vi si riconoscessero ancora, tanto che ai provini per scegliere chi avrebbe recitato la sua parte si presentarono in cinquemila! In un periodo come questo, in cui impazzano discussioni aspre attorno al movimento Me too e a figure come quella di Asia Argento, credo che valga ancora la pena riflettere su questi temi.

A volte mi viene da sorridere quando mostro in aula come viene rappresentata la figura della donna nella televisione contemporanea, mentre dalle pareti attorno a me mi osservano, austeri, i ritratti di Hegel, Kant, Aristotele, Platone. Chissà cosa avrebbero pensato, quei grandi filosofi, di un professore che si occupa del trend dell’erotismo in tv. Mi piace credere che sarebbero stati benevoli nei miei confronti. Anche se, a scanso di equivoci, quando partono i video, abbasso un po’ il volume e chiudo la porta… In fondo sono cose per pochi intimi, per veri appassionati... di semiotica!

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Antonio Dante Santangelo
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

26 ottobre 2018

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