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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

Nostalgia di casa e convivenza spaziale. Il benessere psichico degli astronauti

Parco naturale Fanes-Sennes-Braies a San Vigilio (BZ)

La vita in ambiente confinato, isolato ed estremo durante i voli spaziali può produrre stress e malessere psicologico negli astronauti. Individuare possibili soluzioni mirate ad aumentare il benessere dell’equipaggio è cruciale per le missioni future.

Dopo lo sbarco sulla Luna, che ha rappresentato uno dei più grandi traguardi per l’umanità, l’esplorazione umana dello spazio profondo, come per esempio il viaggio su Marte, è una delle più grandi sfide che l’essere umano si sia mai trovato ad affrontare. La vita in ambiente confinato, isolato ed estremo (ICE: Isolated, Confined, Extreme) durante i voli spaziali ha delle criticità, che spesso impattano sul benessere psicologico dell’astronauta.
Oltre all’impatto della microgravità sul funzionamento motorio, sensoriale e cognitivo dell’astronauta (come racconta qui Raffaella Ricci), tra le problematiche riportate durante i viaggi spaziali le più rilevanti sono i disturbi del sonno, di orientamento nel tempo, l’astenia (esaurimento fisico dopo un’importante fatica, ndr), il calo della motivazione, la nostalgia di casa e del pianeta Terra. Queste possono generare malessere psicologico, ansia, stress e depressione.

Lo stress a cui sono soggetti i membri dell’equipaggio rappresenta una variabile molto importante per l’esito della missione, perché gioca un ruolo cruciale nel funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale degli astronauti. Durante i voli di lunga durata lo stress cronico, ad esempio, può comportare sia difficoltà intellettive e affaticamento, sia atteggiamenti di ostilità tra i membri dell’equipaggio o tra equipaggio e personale a Terra. Le problematiche riscontrate nelle relazioni interpersonali e nelle dinamiche di gruppo sembrano essere principalmente causate dall’eterogeneità dell’equipaggio (costituito da persone di nazioni e culture diverse), che può generare tensioni e conflitti. Attualmente per prevenire l’emergere di potenziali disagi psicologici, durante i soggiorni sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), sono previste attività di supporto per gli astronauti, con incontri periodici con uno psichiatra o uno psicologo.

Noi, come altri ricercatori che lavorano in questo campo, stiamo studiando le problematiche legate ai voli spaziali e alla vita su ISS al fine di ottenere informazioni utili per la definizione di contromisure adeguate.
Tra le contromisure identificate sembra essere cruciale la composizione dell’equipaggio basata su una scelta più omogenea del team per fattori di personalità, interessi condivisi, genere ed età e l’identificazione di un leader che abbia un’attitudine incoraggiante e supportiva. Tali fattori contribuirebbero ad aumentare la cooperazione e la comunicazione tra i membri dell’equipaggio e la qualità delle dinamiche di gruppo. Altre potenziali contromisure sono la possibilità di poter usufruire di un maggior numero di video-conferenze con la Terra, di una maggiore privacy per le comunicazioni personali e di avere accesso a “finestre” più ampie da cui osservare la Terra, poiché la mancanza di contatto anche solo visivo con il proprio pianeta rientra tra le principali fonti di malessere dell’astronauta.

Poiché la durata delle missioni spaziali è in aumento, l’identificazione di ulteriori contromisure che garantiscano il benessere psicologico dell’equipaggio è cruciale per il successo delle future missioni.


Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Adriana Salatino
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

15 luglio 2019

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