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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

L’inaspettato disagio psicologico degli studenti universitari

La vita universitaria è una fase non sempre felice e non sempre facile. Quali sono i fattori che maggiormente rischiano di compromettere il benessere degli studenti? I corsi di laurea frequentati? Le condizioni abitative? O aspetti che si strutturano a monte del percorso universitario?

Il topo di biblioteca e il festaiolo: sono le immagini che più facilmente vengono evocate quando si parla di vita universitaria. Un’età felice, ma soprattutto facile, libera dal peso delle responsabilità adulte. La realtà, tuttavia, è più complicata. Gli studenti universitari si trovano a dover affrontare numerose sfide: richieste impegnative in termini di prestazioni, nuovi contesti scolastici e sociali, ma anche - e forse soprattutto - la ricerca dell’indipendenza economica e dell’autonomia psicologica, la costruzione delle basi della futura vita lavorativa e relazionale. Non sempre ciò avviene in armonia.
La letteratura internazionale ha evidenziato elevati livelli di distress psicologico negli studenti universitari, e in particolare depressione, ansia, fino a tentativi suicidari. Sono problematiche che spesso generano isolamento sociale ed esclusione, e possono avere ampie ricadute anche in termini di prestazioni accademiche.

Per cercare di promuovere il benessere degli studenti e garantire loro un effettivo diritto allo studio è necessario iniziare a porsi alcune domande: se alcuni studenti riescono ad affrontare con profitto e serenità la vita universitaria e altri no, a cosa può essere dovuto? A specifici corsi di laurea frequentati? Alle diverse condizioni abitative? O a fattori a monte rispetto alla vita universitaria, come la personalità o la famiglia di origine?
Le domande sono tante ed è difficile dare in tempi brevi tutte le risposte. Con il mio progetto di dottorato in psicologia mi propongo di iniziare a offrirne qualcuna, concentrandomi in particolare su alcune questioni:

  1. se l’impatto della vita universitaria sul distress sia diverso negli studenti che frequentano corsi di laurea di differente indirizzo o che vivono in diverse condizioni abitative (studenti in sede, fuori sede o pendolari);
  2. se queste differenze siano piuttosto connesse a caratteristiche socio-demografiche, e/o psicologiche degli studenti, come il modo in cui gestiscono le proprie emozioni e la pressione legata alle richieste prestazionali;
  3. quali interventi clinici vengano offerti agli studenti universitari in Italia e in altri Paesi europei.

Per i primi due punti, sto somministrando agli studenti alcuni questionari psicologici: in una sola valutazione per un numero più ampio di studenti, più volte nel tempo per un gruppo di matricole. Per il terzo punto, sto effettuando una analisi della letteratura scientifica e del materiale reperibile online.
Inoltre, sto lavorando in collaborazione con il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia dell’ASL TO3 e con il Dipartimento di Neuroscienze sui dati dell’Indagine ISTAT Multiscopo sulle famiglie, che offre dati su circa 9000 giovani adulti.

Qualche risultato preliminare? Contrariamente a quanto rilevato dalla letteratura internazionale, sembra che in Italia gli studenti che vivono da soli sperimentino un miglior livello di benessere rispetto a quelli che vivono ancora con i propri genitori, in ogni area geografica.

un racconto di
Isabella Giulia Franzoi
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

17 ottobre 2018

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