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La mente umana e la sua complessità, Educazione e Linguaggio

Progetto SALAM: proporre politiche di accoglienza studiando le lingue

Finanziato dai fondi messi a disposizione dalla Compagnia di San Paolo dal maggio 2017 a ottobre 2019, il progetto SALAM (Subalpine and Alpine Languages and Migration) si propone di studiare gli aspetti linguistici legati alle “piccole migrazioni” in ambito alpino e prealpino.

Quando le persone si spostano portano con sé la propria lingua. Lo si può osservare tanto nelle migrazioni di questi tempi, quanto in quelle del passato, seppure con metodi di indagine diversi. La lingua è un mezzo di comunicazione e di civilizzazione, ed è attraverso di essa che avviene innanzitutto l’incontro. I fenomeni di incontro linguistico coincidono spesso con momenti di innovazione culturale in senso ampio: ne sono influenzate la letteratura, le conoscenze tecnologiche, la lingua e il pensiero, le forme del diritto e i meccanismi di socializzazione. Il progetto SALAM si propone di raccogliere fonti e testimonianze che in vario modo documentino i fenomeni linguistici nati o impiegati in situazioni di migrazione in Piemonte tra la fine del Medioevo e i giorni nostri.

Collaborano a questo progetto, diretto dal dottor Matteo Rivoira, studiosi e studiose di diverse discipline quali la filologia, la dialettologia, la sociolinguistica, l’acquisizione linguistica, l’antropologia alpina, la storia delle migrazioni, la storia del diritto. Durante lo svolgersi delle ricerche si va costituendo e man mano ampliando una bibliografia tematica liberamente consultabile in rete (provvisoriamente visibile qui). Gli strumenti della dialettologia, della sociolinguistica e della filologia sono messi al servizio di questa ricerca al fine di: raccogliere e studiare i gerghi di mestiere sviluppatisi in alcuni gruppi di persone accomunate da una migrazione stagionale; indagare i fenomeni recenti di ristrutturazione dei repertori linguistici delle comunità in seguito all’accoglienza di gruppi provenienti da altre regioni d’Italia o da altri Stati; creare un nesso tra il presente e il passato che permetta di guardare a fenomeni recenti in un’ottica più ampia e di causalità, reperendo ed esaminando documentazione locale tardo-medievale, come per esempio gli statuti comunali, che regolano la vita comunitaria in rapporto a molti aspetti, tra cui quello della presenza dell’extraneus.

Proprio sul concetto di estraneo/forestiero si concentra parte della ricerca al fine di comprenderlo e definirlo meglio e di capire i ruoli che poteva ricoprire il forestiero all’interno della vita di una comunità. Ma anche per osservare come e in quali contesti questo concetto è cambiato, e in che modi e per quali vie la lingua ne ha elaborato e recepito le vicende di mutamento e adattamento. L’obiettivo è proporre strumenti culturali per una politica di gestione dell’alterità e dell’accoglienza: così il progetto SALAM intende portare all’attenzione il ruolo della lingua nelle dinamiche di inclusione.

Gruppo di ricerca: Matteo Rivoira (coordinatore), Luciano Allegra, Cecilia Andorno, Riccardo Regis, Roberto Rosselli del Turco, Alessandro Vitale-Brovarone (Studium), Valerio Gigliotti (Giurisprudenza), Valentina Porcellana (Filosofia e Scienze dell'Educazione), Maria Sabrina Specchia e Flavio Gallucci (Studium), Michela Del Savio, Ida Ferrero, Aline Pons.


IMMAGINI

Questa storia di ricerca si trova in:


un racconto di
Michela Del Savio
Matteo Rivoira
DIPARTIMENTO / STRUTTURA

Pubblicato il

17 luglio 2018

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